Dopo ore di caccia all’uomo per scovare i responsabili della morte del presidente di Haiti, Jovenel Moïse, ucciso mercoledì con 12 colpi di arma da fuoco nella sua abitazione, le forze dell’ordine del Paese hanno comunicato che il commando era composto da 28 persone. Si tratta di 26 colombiani e 2 persone con doppia cittadinanza, haitiana e statunitense.
Di questi, 17 sono finiti in manette e 3 sono stati abbattuti in un violento scontro a fuoco. Nella notte, 8 persone risultavano ancora ricercate.
Giovedì, la polizia di Haiti aveva invece detto di avere intercettato 6 persone, di averne uccise 2 e arrestate 4. Versione poi rivista.
Intanto, nella prima mattinata di venerdì, le autorità di Taiwan ha annunciato la presa in custodia di altri 11 sospetti, intercettati nei dintorni dell’ambasciata taiwanese di Port-au-Prince (Haiti).
Fonti governative hanno detto che gli assassini si sarebbero presentati a casa del presidente asserendo falsamente di essere agenti della Drug Enforcement Administration statunitense. Resta da chiarire per quale motivo siano stati fatti entrare nella residenza così facilmente.
Secondo le ipotesi più accreditate, dietro l’assassinio ci sarebbero questioni legate al traffico di droga. Da parte sua, l’ambasciatore di Haiti negli Stati Uniti, Bocchit Edmond, ha detto che diversi elementi fanno presumere che “si tratti di mercenari”.
Haiti, commando composto da colombiani e americani
Telegiornale 09.07.2021, 14:30