In Ucraina la crisi rischia ormai di sfociare in una spaccatura del paese, fra proteste, scontri di piazza e tensioni secessioniste che si manifestano nelle regioni russofone. E sullo sfondo del confronto al calor bianco fra l'opposizione e la presidenza Ianucovich, l'eventualità di un intervento aperto di Mosca non appare affatto improbabile.
" È un'ipotesi tutt'altro che peregrina ", ci dice il professor Vittorio Emanuele Parsi , direttore dell'Alta scuola d'economia e di relazioni internazionali dell'Università Cattolica. " La Russia non è nuova a queste cose. Quando la Georgia fece balenare l'ipotesi di aderire alla NATO, Mosca ricorse di fatto all'intervento militare. La leadership russa ", sottolinea " considera come una minaccia alla sua sicurezza nazionale il fatto che l'Ucraina possa essere associata in modo diretto o indiretto all'UE e quindi anche all'Alleanza atlantica ".
Quanto accadde nell'estate del 2008 dovrebbe quindi suonare come un monito per gli oppositori del Governo filorusso. I moti in corso mostrano una volta di più la misura delle pulsioni filoccidentali che attraversano l'Ucraina. Ma il paese è composto anche da regioni russofone, è territorio di transito dei gasdotti russi e resta inevitabilmente esposto ad un'influenza da cui affrancarsi appare arduo.
Un'influenza che in Ucraina - e più in generale nei paesi dell'ex URSS - si esplicita anche attraverso un'altra via. "C'è il grosso problema legato al fatto che la Russia ha concesso il passaporto russo a tutte le minoranze russe o russofone che si sono trovate a essere ricomprese nei nuovi Stati nati dopo il crollo dell'URSS. È una pratica assolutamente inconsueta - e particolarmente aggressiva - che espone tutti questi paesi al rischio di un intervento da parte di Mosca ".
Anche l'Ucraina, dunque. Ma quale forma potrebbe allora assumere un intervento russo in questo paese? Due, secondo Parsi, le direzioni possibili: " da un lato, come una risposta ad un eventuale appello del presidente Ianukovich per ripristinare l'ordine; dall'altr o come l'idea di proteggere la minoranza di lingua e anche di nazionalità russa che vive in Ucraina ".
Scenari che nell'immediato appaiono scongiurati, per evidenti ragioni, dall'approssimarsi delle Olimpiadi di Sochi. Ma dopo i Giochi? La Russia è ben consapevole dell'impatto che un intervento in Ucraina produrrebbe sulle relazioni con l'Europa e gli USA. Ma sa anche che " la NATO non ha nessuna intenzione e neppure la volontà politica di intervenire a sua volta a tutela dell'integrità dell'Ucraina ", osserva il professor Parsi.
Alex Ricordi
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