Mahmud Abbas ha condannato l’incendio appiccato nella notte fra giovedì e venerdì da alcuni giovani palestinesi alla "Tomba di Giuseppe" a Nablus, nel nord della Cisgiordania. Ha sottolineato il presidente dell'ANP "il rifiuto assoluto di questi atti illegali", annunciando allo stesso tempo l’apertura di un’indagine.
L’attacco, avvenuto con bombe Molotov, si inserisce in un clima di alta tensione che si trascina da settimane. In seguito all'incendio appiccato alla Tomba di Giuseppe, gruppi di coloni israeliani hanno bloccato uno degli accessi alla città di Nablus e impediscono il transito agli automobilisti palestinesi mentre per oggi (venerdì) Hamas ha proclamato una Giornata della collera. Le forze israeliane di conseguenza sono state mobilitate in massa: inaccessibile per esempio la Spianata delle Moschee a Gerusalemme per gli uomini che hanno meno di 40 anni.
Dall’inizio delle nuove violenze, il primo ottobre, sono morte 35 persone fra i palestinesi (compresi i kamikaze) e sette israeliani. Un bilancio destinato ad essere aggiornato di ora in ora: nella tarda mattinata di venerdì la Radio militare israeliana ha reso noto che un giovane soldato di Tel Aviv è stato pugnalato da un palestinese travestito da fotoreporter a Hebron, in Cisgiordania. L'attentatore è poi stato abbattuto. Il soldato - secondo le prime informazioni - non sarebbe in condizioni gravi. In totale sono quattro i palestinesi uccisi nella giornata di venerdì.
Il premier Benyamin Netanyahu, giovedì in serata, si era detto pronto a incontrare Abbas (lo ha accusato allo stesso tempo di incitare il conflitto fra le parti), alla presenza del re della Giordania Abdallah II.
Intanto, le Nazioni Unite riunite a New York hanno condannato con fermezza l'attacco e hanno accolto positivamente la reazione di Abbas.
AFP/AlesS/M.Ang.
Dal Tg12.30: