Il Comitato internazionale della Croce Rossa ridimensionerà fortemente la sua presenza in Afghanistan a causa dei persistenti rischi di sicurezza a cui deve fare fronte il personale impegnato nelle strutture sanitarie. Solo nell'ultimo anno un membro dello staff del'associazione è stato sequestrato in Kunduz, sei altri sono stati uccisi e due sequestrati nella provincia di Jawzjan, mentre una fisioterapista è stata uccisa da un paziente a Mazar-i-Sharif dove c’è un centro di riabilitazione.
"Questi incidenti non hanno colpito solo il CICR in Afghanistan ma l'organizzazione nel suo complesso", ha dichiarato la responsabile della delegazione afghana Monica Zanarelli. Di conseguenza saranno chiusi vari uffici e si sta pensando ad una riorganizzazione nonché alla definizione di piani sociali per aiutare lo staff che perderà il lavoro per la cessazione delle attività.
"Siamo in Afghanistan da 30 anni e non ce ne stiamo andando - ha sottolineato la capo delegazione -, dobbiamo però operare per dare il massimo di sicurezza al nostro personale in modo da assistere il più possibile i civili colpiti dal conflitto".
Diem/ATS/RG