Sono in minoranza ma si notano subito. Parliamo delle donne soldato italiane in missione in Afghanistan, nella base di Herat – a guida italiana - che in questi anni hanno affiancato i loro colleghi uomini anche in operazioni delicate o pericolose, a seguito delle quali ci sono state finora una cinquantina di vittime, ma nessuna donna.
Non perdono però mai il sorriso e si sanno adattare alla vita nella base, dalla quale per motivi di sicurezza non si può uscire se non in pattuglia, e durante le operazioni. Sono solo poche decine ma vengono considerate indispensabili per interagire con le donne afghane e la popolazione femminile in generale.
Consapevoli dei rischi che corrono, seppur giovanissime, sono loro a tranquillizzare i famigliari che le aspettano a casa. La loro vita si svolge all’interno della base militare, o all’esterno, durante i pattugliamenti e le attività cosiddette CIMIC, di cooperazione civile e militare. Le abbiamo incontrate per farci raccontare che cosa significa per una donna soldato andare in missione.
Paola Nurnberg