La possibilità di aumentare le forze in campo, la disponibilità di nuove truppe, quanto in realtà può essere risolutiva nel conflitto in Ucraina? Sappiamo - lo dicono diversi analisti - che uno dei problemi maggiori dell'esercito russo è di carattere logistico, tanto che proprio il generale responsabile della logistica è stato sostituito da Mosca durante la fine setitmana. Problemi questi che non verrebbero necessariamente risolti da un rafforzamento delle truppe. La RSI ha intervistato in proposito Mauro Gilli, esperto in Strategie militari del Centro studi sulla Sicurezza del Politecnico di Zurigo.
"È molto difficile pensare che li risolvano. Addirittura è ragionevole credere che li rendano ancora più problematici. Quindi uno dei problemi centrali delle forze armate russe rimarrebbe. A ciò si aggiunge un altro aspetto, ovvero che alcuni di questi soldati, comunque, non arriverebbero preparati, addestrati, ma verrebbero mandati per ovvie esigenze ben prima di quanto sarebbe opportuno e quindi non riuscirebbero a contribuire in modo efficace ed efficiente allo sforzo bellico. Ci sono state discussioni sul ruolo di questo personale nel ruolo della logistica, però le nuove informazioni ci dicono che a questi soldati è stato chiesto di portarsi kit da casa: elmetti, giubbotti antiproiettile, coltelli... quindi questi problemi sembrano rimanere".
È singolare questo tipo di problema a livello logistico per un esercito, come siamo portati a pensare, possa essere quello russo. Perché questi problemi di carattere logistico secondo lei?
"La logistica è uno dei problemi principali in tutte le operazioni militari. C'è un detto americano: i principianti parlano di tattica e gli esperti veri parlano di logistica. Questo detto cattura l'essenza del problema, perché comunque coordinare il lavoro, le forniture, le comunicazioni, per un numero estremamente alto di personale a livelli diversi rimane, a livello organizzativo, estremamente difficile e ancora più difficile quando si è sotto il fuoco nemico".
Più che gli uomini forse è il tipo di armi utilizzate che può essere determinante per indirizzare il conflitto in Ucraina...
"Sicuramente abbiamo visto che le armi e il tipo di armi utilizzate ha giocato un ruolo centrale nella prima fase del conflitto. Si è parlato molto di questi missili anticarro e dei missili antiaereo, e ce ne sono molti altri che hanno ricevuto meno attenzione. Questi hanno svolto un ruolo centrale nell'arrestare l'avanzata russa, rendendo poi le carovane vulnerabili ad attacchi di artiglieria. Negli ultimi mesi le due tecnologie centrali sono state l'artiglieria pesante, che ha un raggio molto lungo (quella americana e quella francese fornite), e i missili cosiddetti antiradar, che hanno sostanzialmente creato gravi problemi per le postazioni antiaeree russe".
Quali sono le prospettive di questo conflitto? Come lo vede? Soprattutto alla luce dell'arrivo della stagione fredda? Quale ruolo può giocare l'inverno a questo punto?
"Questa è un'ottima domanda, dipenderà molto da quando arriverà l'inverno e le nevicate pesanti, quanto freddo sarà l'inverno inizialmente. È verosimile pensare che letteralmente congelerà il conflitto. Nel senso che avanzate e controffensive, come quelle che abbiamo visto un paio di settimane fa nella regione di Kharkiv, diventino molto più difficili. Ed è infatti la ragione per cui le forze ucraine hanno spinto per questo tipo di operazione nell'estate prima dell'arrivo del freddo".