"La visita della nostra delegazione a Taiwan onora l’incrollabile impegno dell’America nel sostenere la vivace democrazia taiwanese". Lo ha scritto via Twitter Nancy Pelosi, la presidente della Camera statunitense, appena giunta all’aeroporto di Taipei, dove è stata accolta con tutti gli oneri dal ministro degli Esteri Joseph Wu e da Sandra Oudkirk, direttrice dell’American Institute.
Pechino: difenderemo risolutamente la sovranità nazionale
Il suo arrivo sulla principale delle isole che formano la Repubblica di Cina (un tempo nota come Isola di Formosa) e le parole che ha usato, hanno scatenato la reazione di Pechino. Il comando orientale dell'Esercito popolare di liberazione ha reso noto che effettuerà operazioni di tiro di artiglieria a lungo raggio e lanci di missili nel mare a est di Taiwan, come parte "di esercitazioni mirate" già iniziate in risposta alla visita. Il portavoce del ministero della Difesa di Pechino ha promesso di "difendere risolutamente la sovranità nazionale e l'integrità territoriale e contrastare risolutamente le interferenze esterne e i tentativi separatisti" di Taiwan che, da parte sua, ha denunciato l'incursione di 21 aerei militari cinesi nella zona di identificazione della propria difesa aerea.
La tensione tra Pechino e Washington è a livelli altissimi a causa del valore che la Repubblica popolare cinese attribuisce al viaggio della terza carica degli Stati Uniti in un paese che reclama come proprio è che ufficialmente è stato riconosciuto da soli 13 Stati sovrani tra i quali non figurano né USA, né Russia, né Regno Unito né Francia. Per giorni, senza successo, i funzionari della Casa Bianca e il Pentagono hanno provato a dissuadere l'82enne democratica dal recarsi sull’isola e lo stesso presidente statunitense Joe Biden ha pubblicamente scoraggiato la missione, anche in seguito al suo colloquio telefonico con il leader cinese Xi Jinping che aveva riannodato le relazioni tra le due superpotenze.
Nancy Pelosi è atterrata a Taiwan
SEIDISERA 02.08.2022, 20:09
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Ambasciatore di Washington convocato a tarda sera
Nancy Pelosi, tuttavia, nota per la sua determinazione nel sostenere cause a lei care, non si è fatta dare ordini. Nel corso del suo viaggio domani – 3 agosto – dovrebbe incontrare anche la presidente di Taiwan Tsai Ing-Wen. Una mossa che Pechino valuta come “una grave violazione della propria sovranità". Il ministero degli Esteri cinese ha convocato in tardissima serata l'ambasciatore stantunitense a Pechino, Nicholas Burns, esprimendo "forte opposizione e ferma condanna" per la visita. Il vice ministro Xie Feng ha parlato di "grave provocazione" e di "violazione del principio della Unica Cina". Nella partita tra le due capitali si è inserita anche Mosca. Il ministero degli Esteri ha fatto sapere che la Cina ha il diritto di prendere "le misure necessarie per proteggere la sua sovranità e integrità territoriale".
La Casa Bianca: non sosteniamo l'indipendenza di Taiwan
Il portavoce della Sicurezza nazionale americana, John Kirby, ha continuato a ribadire che: "Gli USA non sostengono l'indipendenza di Taiwan e continuano ad appoggiare la politica dell'Unica Cina'". Il segretario di Stato, Antony Blinken, ha invece addossato a Pechino la responsabilità di una qualsiasi escalation militare.
Si muovono anche le navi americane
Fonti del Pentagono hanno però confermato che quattro navi da guerra americane si sono spostate nell'area. Ufficialmente si parla di operazioni militari di routine, dato il rischio che la situazione possa precipitare rapidamente, nonostante a Washington nessuno voglia uno scontro diretto con le forze cinesi.