Si ripete la drammatica sequenza di navi salvataggio obbligate ad attraversare il Mediterraneo per il rifiuto di Malta e Italia ad aprire i loro porti.
Questa volta è stata Barcellona ad accogliere i 60 sopravvissuti raccolti dall’Open Arms, il rimorchiatore d’altura dell’ONG catalana Pro Activa Open Arms che dal settembre 2015 al maggio di questo ha tratto in salvo 59'247 persone dal mare.
In un tweet il fondatore Òscar Camps ha scritto: “Che bella sensazione tornare a casa. Che tristezza enorme sapere che ieri sono morte altre 63 persone. Ne portiamo solo 60, potremmo averne salvate 270”
Due giorni fa Camps aveva detto in un video postato in internet: “Avere una nave come questa preparata per salvare vite e non poterlo fare è come partecipare ad un’uccisione di massa”.
Come Sos Mediterranée anche Pro Activa Open Arms si finanzia praticamente (96%) grazie all’aiuto di più di 50'000 cittadini che con una quota hanno consentito all’ONG di avere un budget di 3,6 milioni di euro da gennaio 2016 a settembre 2017.
Davide Mattei