Il Bundestag, il Parlamento tedesco, ha approvato giovedì sera un controverso disegno di legge per combattere l’antisemitismo, fenomeno in forte crescita in Germania dopo il 7 ottobre 2023 e l’invasione della Striscia di Gaza da parte di Israele. Il testo negoziato per un anno è figlio della ormai ex coalizione di Governo fra socialdemocratici, verdi e liberali, implosa proprio nei giorni scorsi ma che l’ha sostenuto compatta, affiancata anche dai conservatori della CDU. La norma ha lo scopo di “proteggere, preservare e rinforzare la vita ebraica in Germania” e secondo i suoi firmatari chiarifica la situazione in un contesto di recrudescenza degli atti di antisemitismo.
Prevede che Stato federale, regioni e comuni possano collegare in futuro l’assegnazione di finanziamenti pubblici a musei o progetti culturali, film o rappresentazioni teatrali al rispetto di parametri ispirati a quelli dell’IHRA di Stoccolma, l’International Holocaust Remembrance Alliance. Nell’ambito dell’istruzione - va ricordato che anche le università tedesche sono state teatro di proteste contro l’invasione di Gaza - permette l’esclusione dai corsi e il licenziamento o l’espulsione nei casi più gravi.
Perché allora è controverso? Innanzitutto perché secondo molti esponenti del mondo della cultura facilita la censura, limita la libertà accademica e culturale e si presta a far tacere voci critiche. Da curatori di mostre o organizzatori di eventi si potranno per esempio esigere preventivamente le liste di artisti invitati o dai registi i testi delle sceneggiature, pratiche da sistemi dittatoriali come ha sostenuto una deputata contraria al testo.
Non piace a tutti nemmeno la definizione di antisemitismo adottata, che include la rimessa in questione dell’esistenza dello Stato di Israele ma anche l’appello al suo boicottaggio economico o alle sanzioni. Per Amnesty International si apre così la strada ad abusi, criminalizzando anche critiche legittime della politica israeliana.
Fra i detrattori figuravano anche un centinaio di intellettuali ebrei residenti in Germania, che in un articolo avevano affermato che la norma indebolirà invece di rafforzare la diversità della vita ebraica nel Paese, associando tutta la comunità alle azioni di Israele.
Una controproposta era stata redatta a fine ottobre con il sostegno di 600 personalità del mondo culturale, universitario e delle associazioni. Fra gli aspetti negativi che queste ultime mettevano in evidenza, l’esplicito legame che nel testo dei parlamentari si traccia fra la diffusione dell’antisemitismo e l’immigrazione proveniente dal Nordafrica e dal Medio Oriente, così come fra il fenomeno e i movimenti di estrema destra o anti-imperialisti di sinistra.