Nuova tegola per l’ex presidente USA e candidato Donald Trump nel giorno delle primarie repubblicane e democratiche in altri cinque Stati. Il suo ex consigliere Peter Navarro è stato incarcerato per essersi rifiutato di collaborare con la commissione speciale sull’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021. La notizia arriva a poche ora da un’altra batosta per il tycoon, ovvero il rifiuto del giudice di bloccare la testimonianza della pornostar Stormy Daniels nel processo per i pagamenti in nero.
Il 74enne Navarro è il primo ex funzionario della Casa Bianca condannato e finito in galera per oltraggio al Congresso e anche il primo nella cerchia ristretta di Trump a subire le conseguenze di un comportamento ostile nei confronti delle indagini della Camera sulla giornata più buia per la storia recente della democrazia americana. Prima di finire dietro le sbarre in un carcere di Miami (Florida), ha tenuto un comizio improvvisato fuori da un benzinaio sostenendo che il suo caso “è un attacco senza precedenti contro la separazione dei poteri” e che “gli stessi stratagemmi legali saranno usati contro Trump”.
Nel frattempo, in un altro dei tanti procedimenti giudiziari nei quali il tycoon è coinvolto, il giudice di New York Juan Merchan ha respinto il suo tentativo di bloccare la testimonianza del suo ex avvocato e faccendiere Michael Cohen e della pornostar Stormy Daniels. Nella sentenza, ha scritto di “non essere a conoscenza di alcuna motivazione logica per la quale un testimone dell’accusa dovrebbe essere tenuto lontano dalla sbarra perché la sua credibilità è stata messa in discussione”.
Trump e i suoi avvocati avevano accusato Cohen e l’attrice hard di essere “bugiardi ed opportunisti”, cercando così di screditare in anticipo la loro testimonianza. Il processo per i pagamenti in nero a Daniels è stato rinviato dal 25 marzo a fine aprile e sarà la prima volta che la pornostar racconterà in un’aula di tribunale la sua versione sugli incontri con l’ex presidente.
Come se non bastassero i guai giudiziari, il tycoon continua ad alzare polveroni con le sue dichiarazioni shock. Dopo il “bagno di sangue” negli Stati Uniti in caso di una sua sconfitta alla elezioni, Trump ha attaccato gli ebrei democratici. “Qualsiasi ebreo che voti per i democratici odia la sua religione”, ha detto in un podcast del suo ex consigliere Sebastian Gorka commentando anche le critiche del presidente Joe Biden e del leader dei senatori democratici Chuck Schumer verso il premier israeliano, Benyamin Netanyahu.
“Non penso che odino lui, penso che odino Israele. E il Partito democratico odia Israele”. Mentre in un’intervista a Nigel Farage - conduttore televisivo ed ex politico britannico, membro del Brexit Party e già leader del Partito per l’indipendenza del Regno Unito - ha attaccato pure la monarchia britannica suggerendo che il principe Harry potrebbe essere espulso dagli Stati Uniti se dovesse venire fuori che ha mentito sull’uso di droghe nella domanda per ottenere il visto americano. La questione è oggetto di un’inchiesta, ma per l’ex presidente il principe “non dovrebbe ricevere trattamenti di favore” in America.
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