Ancora tre settimane, massimo quattro, e si conoscerà il futuro di Julian Assange. Dopo la fase istruttoria iniziata lo scorso febbraio, e sospesa a causa della pandemia da coronavirus, lunedì riprende il processo per la sua estradizione negli Stati Uniti.
RG 18.30 del 07.09.2020 Il servizio di Manjula Bhatia
RSI Info 07.09.2020, 20:30
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Negli USA sull’attivista australiano pendono 18 capi d’imputazione, per avere cospirato per ottenere (e pubblicato) informazioni classificate. Washington lo vuole processare per spionaggio: la sua condanna – scontata nell’unanimità delle opinioni – si concretizzerebbe in 175 anni di carcere. Ecco perché la sentenza della giustizia britannica diventa l’ultima speranza per Assange: solo in caso di mancato trasferimento Oltreoceano, il fondatore di Wikileaks può sperare in un domani da cittadino libero.
La sua difesa, invocando la libertà di stampa, chiama a raccolta i suoi sostenitori, che da oggi presidieranno rumorosamente la Old Bailey Criminal Court. Dove sarò presente lo stesso Assange, che dallo scorso aprile è recluso, in stato di semi-isolamento, nella prigione di Belmarsh.
Assange a processo
Telegiornale 07.09.2020, 21:29