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Attacco all’UNIFIL, accuse contro Israele

La comunità internazionale, tra cui Italia e Cina, chiede indagini e condanna l’accaduto - Il capo delle forze di pace ONU: “Caschi blu praticamente fermi”

  • Ieri, 23:01
  • 3 ore fa
02:22

Libano, attacco israeliano contro postazioni UNIFIL

Telegiornale 10.10.2024, 20:00

Di: ATS/ANSA 

Nel pieno dell’escalation militare in Libano, arrivano le reazioni dopo l’attacco odierno dell’esercito israeliano che ha colpito le forze di pace dell’ONU (UNIFIL) dispiegate lungo la Linea Blu. Due militari indonesiani sono rimasti feriti nel bombardamento che ha preso di mira il quartier generale della missione a Naqura, insieme alle basi italiane UNP 1-31 e 1-32A. Il governo italiano, che schiera all’UNIFIL il contingente più numeroso, con circa 1’200 soldati, ha reagito definendo l’attacco “inammissibile”, e ha convocato l’ambasciatore israeliano a Roma.

L’episodio è stato testimoniato dal portavoce dell’UNIFIL, Andrea Tenenti, che ha confermato come un carro armato Merkava delle Forze di Difesa Israeliane (IDF) abbia colpito una torre di osservazione presso il quartier generale, ferendo due caschi blu indonesiani. “Fortunatamente, le ferite non sono gravi”, ha precisato Tenenti, aggiungendo che i militari sono in ospedale. Successivamente, un attacco con un drone ha colpito la base italiana Unp 1-31, danneggiando veicoli e sistemi di comunicazione.

La premier italiana Giorgia Meloni ha espresso indignazione, sottolineando che “né l’ONU né l’Italia prendono ordini da Israele”, in risposta alle pressioni di Tel Aviv affinché i peacekeeper si ritirino dalla regione. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha convocato l’ambasciatore israeliano, Jonathan Peled, per manifestare il dissenso del governo italiano.

Anche la comunità internazionale ha reagito. L’ambasciatore americano all’ONU, Robert Wood, ha ribadito l’importanza di garantire la sicurezza del personale ONU in Libano e ha sottolineato che “la soluzione diplomatica tra Israele e Libano lungo le linee blu è l’unica”. Al tempo stesso, il rappresentante cinese Fu Cong ha chiesto un’inchiesta immediata sull’accaduto, auspicando che i responsabili paghino le conseguenze.

Intervenendo al Consiglio di Sicurezza dell’ONU, il capo delle forze di pace delle Nazioni Unite, Jean-Pierre Lacroix, ha avvertito che “la sicurezza e l’incolumità dei caschi blu sono ora sempre più in pericolo”. Lacroix ha affermato che le operazioni dell’UNIFIL in Libano si sono “praticamente fermate”.

Durante la stessa seduta ha preso la parola anche l’ambasciatore israeliano Gilad Erdan, dicendo che “Israele vuole un Libano sovrano, libero da Hezbollah e dall’Iran”. Ma sottolineando anche che “UNIFIL e l’esercito israeliano devono farsi avanti, compiere il loro dovere e cacciare Hezbollah oltre il fiume Litani”.

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