Un attentato ha provocato morti e feriti mercoledì davanti alla sede delle industrie aerospaziali turche (TUSAS) nei pressi di Ankara. Lo ha annunciato il ministro degli Interni Ali Yerlikaya, mentre i media parlavano di un’azione criminale ancora in corso.
“Un attacco terroristico è stato condotto contro le strutture della TUSAS ad Ankara. Purtroppo, abbiamo avuto martiri e feriti in questo attacco”, ha dichiarato il ministro sui social media, usando l’acronimo di Turkish Aerospace Industries. Il termine “martire” è generalmente utilizzato per annunciare la morte di soldati e poliziotti. In un secondo tempo il governo ha precisato che l’azione ha causato cinque morti (uccisi anche due assalitori) e 22 feriti
L’attentato non è stato rivendicato. Ma le autorità hanno indicato il Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK) come “probabile” responsabile dell’azione terroristica. “Il modo in cui è stata intrapresa è molto probabilmente legata al PKK”, ha indicato in serata lo stesso ministro.
Una “firma” ribadita con certezza giovedì dal ministro dell’Interno turco, Ali Yerlikaya, secondo cui entrambi gli attentatori facevano parte del PKK. “È stato determinato che la traditrice era Mine Sevjin Alcicek, membro dell’organizzazione terroristica PKK”, ha affermato Yerlikaya in un messaggio sui social, dopo aver dichiarato, in precedenza, che era stato identificato come un esponente del Partito dei Lavoratori del Kurdistan anche il primo attentatore, Ali Orek.
Il canale televisivo privato NTV ha parlato di un attacco suicida, affermando che “un gruppo di terroristi” ha fatto irruzione all’ingresso del sito TUSAS e che “uno di loro si è fatto esplodere”. I media locali hanno riferito di spari dopo l’esplosione, avvenuta intorno alle 16.00 ora locale (le 13.00 ora svizzera).
Il quotidiano Sabah ha pubblicato una foto scattata dalle telecamere di sorveglianza all’ingresso dell’edificio che mostra un giovane vestito completamente di nero, con uno zaino e apparentemente con un fucile d’assalto, affermando: “Questo è uno dei terroristi che hanno attaccato il #TUSAS”. Le riprese televisive hanno mostrato grandi fiamme che si alzavano seguite da fumo bianco davanti all’ingresso del sito, a circa 40 km dalla capitale.
L’ultimo attacco registrato in Turchia a gennaio, in una chiesa di Istanbul, ha provocato la morte di una persona ed è stato rivendicato dallo Stato Islamico. In precedenza, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), che conduce una lotta armata contro il governo turco, aveva compiuto un attacco ad Ankara di fronte a una stazione di polizia nell’ottobre 2023. Erano rimasti uccisi i due assalitori e feriti due agenti di polizia.
In risposta all’attentato, la Turchia ha preso di mira “32 obiettivi” del PKK e dei suoi alleati in Siria e nell’Iraq settentrionale. Tali obiettivi sono stati distrutti “con successo” ha dichiarato in serata il ministero della Difesa di Ankara, precisando che “queste operazioni aeree proseguono” e motivando i raid con “i nostri diritti di autodifesa” ai sensi della Carta delle Nazioni Unite.
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Notiziario 23.10.2024, 17:00
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