Aumentano i morti in Indonesia

Il bilancio delle vittime del terremoto e del conseguente tsunami che venerdì hanno colpito l’Isola di Sulawesi, in Indonesia, cresce ancora: i morti sono ora oltre 800, secondo l’Agenzia nazionale per la gestione delle catastrofi. Numeri destinati a crescere anche perché i feriti sono centinata e alto è anche il numero dei dispersi.

Ad essere stata particolarmente colpita è la città di Palu, sulla costa ovest, che conta circa 300'000 abitanti. Lì, in un unico albergo crollato a causa del sisma di magnitudo 7,5 sulla scala Richter, si pensa che una sessantina di persone siano tuttora imprigionate tra i detriti dell’edificio.

Secondo il vicepresidente Jasuf Kalla, il bilancio finale rischia di essere di migliaia di morti.

Diverse via d’accesso ai luoghi colpiti dalle catastrofi sono impraticabili e le comunicazioni in molti punti dell’isola sono interrotte: contingenze che non fanno altro che rallentare la macchina dei soccorsi.

Per ora non si registrano vittime svizzere

Il Dipartimento federale degli affari esteri comunica da parte sua che non ci sono per il momento indizi attestanti la presenza di cittadini svizzeri tra le vittime.

Aiuti umanitari in arrivo

Aerei militari carichi di beni di prima necessità sono decollati da Djakarta e altre città. L’aeroporto di Palu è seriamente danneggiato ma i velivoli che trasportano aiuti umanitari riescono comunque ad atterrare.

L’Indonesia, situata sulla cosiddetta cintura di fuoco del Pacifico, è colpita regolarmente da terremoti. Il più devastante è stato quello verificatosi all’indomani del Natale del 2004, quando un sisma di magnitudo 9,5 provocò un’onda anomala di dimensioni gigantesche, che causò la morte di 226'000 persone lungo le coste dell’Oceano indiano, 126'000 nella sola Indonesia.

ATS/ludoC

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