L'Austria da oggi (lunedì) è di nuovo ferma o quasi. È infatti scattato il primo giorno di semiconfinamento, il quarto dall'inizio della pandemia. Per tutti e in tutto il Paese restano chiusi commerci, mercatini di Natale, ristoranti e altro ancora. Restano aperte invece le scuole. Si andrà avanti così almeno fino al 12 dicembre quando, se i dati sui contagi miglioreranno, la vita sociale potrà riprendere almeno per vaccinati e guariti. Ma com'è andata questa prima giornata di lockdown, in particolare dopo le proteste del fine settimana? “Onestamente è stato un po’ un déja-vu – spiega alla RSI la giornalista del quotidiano austriaco Die Presse Susanna Bastaroli –, con negozi e attività chiusi, un po’ meno persone in strada, anche se con le scuole aperte l’impatto si è notato meno. L’Austria anche in questo caso ha scelto una linea innovativa, con il governo che ha lasciato ai genitori la responsabilità di scegliere se mandare i figli o meno a scuola, e almeno il 70%, a Vienna anche l’80%, ha scelto di continuare a mandarli. Quindi il lockdown duro, come quelli passati, questa volta lo abbiamo sentito decisamente meno”.
SEIDISERA del 22.11.2021 - Austria, chiude (quasi) tutto
RSI Info 22.11.2021, 20:57
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Nei giorni scorsi la tensione è stata molto alta in Austria, culminata con le proteste a Vienna sabato. Per Bastaroli, seppur oggi la situazione fosse tranquilla, gli strascichi in futuro non mancheranno di certo: “Oggi non ci sono state proteste in strada come lo scorso sabato, quando quasi 40'000 persone hanno manifestato a Vienna contro il lockdown e contro l’obbligo vaccinale da febbraio, ma la società è comunque molto divisa, ci sono tensioni e ci sono critiche al Governo, che fino all’ultimo non ha preso misure e ora ha scelto questa via drastica. Società divisa e poca fiducia nelle autorità, tensioni che credo che nelle prossime settimane vedremo nuovamente nelle strade.”
Il reportage dal Vorarlberg
Con il nuovo lockdown le autorità si augurano di invertire la tendenza dei contagi (oggi sono stati registrati altri 11’500 casi) e anche di salvare il Natale. Il Telegiornale è stato nel Vorarlberg per sentire l’atmosfera di questa ennesima chiusura.
Nel capoluogo regionale Bregenz era tutto pronto per il mercatino di Natale, ma è rimasto aperto solo per una settimana. L’atmosfera natalizia è stata poi smorzata dal lockdown. Un brutto colpo per i commercianti come ad esempio Frank Hofheinz: “Per il commercio ci si dovrebbe arrabbiare, perché si investe diverso tempo nel proprio lavoro, ma che si vuole fare. C’è ancora troppa gente che non ha capito la posta in gioco. Non doveva andare così, ma ormai...”
Anche per la venditrice Sigfrid Tiefenbacher-Alge, che il 24 dicembre andrà in pensione, il lockdown arriva nel momento più sbagliato. Per un’ultima volta infatti avrebbe voluto godersi la magia pre-natalizia nel suo negozio: “Ero molto triste all’inizio, ora ho accettato la situazione. Non ho nessuna avversione però contro i non vaccinati. Ognuno è libero di fare ciò che vuole”.
Anche se ci sono state delle manifestazioni i giorni scorsi, secondo la vicepresidente del Governo del Vorarlberg Barbara Schöbi-Fink, la popolazione capisce la necessità di questa drastica misura: “Secondo delle prime stime rilevate sabato, la mobilità e i contatti sono già notevolmente diminuiti, e il lockdown non era ancora iniziato. Vedremo nei prossimi giorni come si svilupperanno le cifre”.
Il 13 di dicembre il mercatino di Natale dovrebbe riaprire – come pure i ristoranti, i musei ed i negozi in tutta l’Austria. Il cancelliere Alexander Schallenberg ha fatto questa promessa, che se non verrà mantenuta, rischia di compromettere la fiducia della popolazione, che per la quarta volta si trova in lockdown.
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