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BCE, nuovo aumento: i tassi salgono al 3,75%

La Banca centrale europea segue la FED e rialza il costo del denaro per arginare l'inflazione. A farne le spese saranno le famiglie

  • 4 maggio 2023, 20:52
  • 27 luglio 2023, 07:34

Anche la BCE alza nuovamente i tassi

Telegiornale 04.05.2023, 20:00

Di: ATS/M. Ang.

La Banca centrale europea (BCE) ha deciso di alzare i tassi d'interesse di un quarto di punto percentuale, portando il tasso sui rifinanziamenti principali al 3,75%, quello sui depositi al 3,25%, e quello sui prestiti marginali al 4,00%. Lo ha comunicato l'Istituto centrale al termine della riunione di politica monetaria. L'adeguamento era atteso dal mercato.

La Banca centrale europea, dunque, segue la FED e rialza il costo del denaro di 25 punti base, ma a differenza dei colleghi statunitensi chiarisce che non c'è nessuna pausa in vista perché la strada da percorrere per riportare l'inflazione sotto controllo è ancora molta.

Ma non basta accentuare il tono da falco per convincere i membri del board più rigidi: il compromesso con le colombe prevede anche di accelerare la fase di normalizzazione monetaria, sospendendo più in fretta il ritiro del sostegno che la BCE ha dato negli anni scorsi attraverso il quantitative easing. Questo significa che da luglio l'Eurotower non reinvestirà più il capitale rimborsato sui titoli in scadenza acquistati con il programma App, mentre quelli del programma di acquisti pandemico Pepp andranno avanti come previsto almeno fino a fine 2024. Uno stop che rischia di rendere ancora più costosa la spesa per interessi dei Paesi più indebitati.

Il settimo rialzo consecutivo porta il tasso sui rifinanziamenti principali al 3,75%, quello sui depositi al 3,25%, e quello sui prestiti marginali al 4%. Il tasso finale o terminale, quello che riporterà l'inflazione al 2%, non è ancora nei radar ma le attese sono per altri due rialzi da un quarto di punto, a giugno e a luglio. Una prospettiva che fa chiudere le Borse in negativo.

"L'inflazione è ancora troppo elevata", ha spiegato la presidente della BCE Christine Lagarde, che ha scelto parole molto semplici per descrivere la strada presa. "Non stiamo facendo una pausa" nei rialzi dei tassi, "sappiamo che abbiamo ancora strada da percorrere", ha chiarito, per evitare che qualcuno vedesse una frenata nel rallentamento dai 50 punti di marzo ai 25 di adesso.

Nel consiglio dei governatori c'è stata una "varietà di visioni", ma "tutti concordavano che un aumento era necessario", ha aggiunto. Questo perché seppure l'inflazione complessiva è diminuita negli ultimi mesi, "le pressioni sottostanti sui prezzi rimangono forti". Non è l'unico motivo. Gli aumenti dei tassi dei mesi scorsi stanno funzionando molto bene sulle condizioni finanziarie, perché la stretta del credito è superiore alle attese, ma non stanno facendo effetto altrettanto bene sull'economia reale.

Rialzo dei tassi: a farne le spese sono le famiglie

In sostanza, le persone continuano a spendere e i prezzi a salire. Potrebbe essere l'effetto della domanda esplosa con le riaperture post pandemia, ma in ogni caso è una pressione che va combattuta con lo strumento dei tassi. Anche se a farne le spese sono le famiglie.

"Siamo consapevoli" dei problemi che sta avendo chi ha preso dei mutui, "le famiglie stanno soffrendo a causa dei rialzi e dei rimborsi" che diventano più onerosi, "purtroppo non è qualcosa che possiamo alleviare perché il nostro compito è la stabilità dei prezzi e per ridurre l'inflazione c'è lo strumento dei tassi che dobbiamo usare", ha detto Lagarde, assicurando che verranno portati in territorio "sufficientemente restrittivo". Lasciando intendere che ancora non ci siamo.

La strada, però, potrebbe non essere lunga. Per il ministro dell'Economia tedesco Robert Habeck, il picco dell'inflazione è ormai superato. Con l'economia tedesca in territorio negativo nel primo trimestre, i tassi elevati spaventano anche la Germania visto che molti economisti continuano a prevedere una recessione, sicuramente negli Usa ma che non lascerebbe l'Europa indenne.

Guai in vista per i Paesi indebitati come l'Italia

Per i Paesi altamente indebitati, come l'Italia, c'è anche un altro rischio: da luglio la fine dei reinvestimenti nell'ambito del programma App potrebbe mettere sotto pressione i rendimenti dei titoli di Stato, con gli spread che potrebbero ampliarsi e agitare i mercati. Ma se la situazione si dovesse scaldare troppo, c'è sempre il Tpi ricorda la Bce, cioè lo strumento di protezione della trasmissione della politica monetaria pronto a entrare in campo per "contrastare dinamiche di mercato ingiustificate e disordinate".

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