La Germania chiede all'Unione Europea delle sanzioni contro l'Iran, dove la polizia sta reprimendo violentemente le proteste innescate dalla morte di Mahsa Amini avvenuta nel Paese lo scorso 16 settembre. L'uccisione ha scatenato uno dei più grandi movimenti di contestazione dal 2019.
La donna, una giovane curda di 22 anni, era stata arrestata dalla polizia morale per aver indossato l'hijab in modo non adeguato e poi condotta a una stazione della polizia, dove ha perso la vita - secondo la polizia locale - per cause naturali. I dati medici e le testimonianze indicano però il contrario.
È su questa base che Annalena Baerbock, ministra degli Affari esteri tedeschi, ha postato su Twitter il suo impegno nel fare "tutto il possibile per mettere in atto sanzioni contro coloro che in Iran picchiano a morte le donne e sparano ai manifestanti in nome della religione".
L'Iran ha infatti intensificato la sua repressione. Per la ministra però "manganelli e gas lacrimogeni non sono espressione di potere, ma frutto della paura che si esprime attraverso la violenza di sistema" e chiede quindi alle autorità iraniane di "cessare immediatamente le loro brutali azioni", nonché di "far chiarezza non solo sulla morte di Mahsa Amini, ma anche su quella di numerosi manifestanti".
A Ginevra si urla: "Abbasso, abbasso la dittatura"
Diverse dozzine di iraniani svizzeri hanno manifestato giovedì pomeriggio a Ginevra chiedendo la fine del regime a Teheran e chiedendo all'ONU di essere ascoltati. "Abbasso, abbasso la dittatura" sono le parole risuonate nella Piazza delle Nazioni.
I manifestanti a Ginevra
Parole di condanna sono state inoltre indirizzate direttamente al leader supremo Ali Khamenei e al presidente dell'Iran Ebrahim Raisi. Quest'ultimo è peraltro accusato di avere responsabilità per il massacro compiuto nel Paese nel 1988, quando 30'000 prigionieri politici vennero uccisi.
Per i manifestanti, Raisi non fa altro che "rappresentare il sistema" e non il popolo iraniano.
Manifestazioni in Norvegia
La polizia norvegese ha arrestato giovedì circa 90 persone nel corso di una manifestazione tenutasi giovedì nei pressi dell'ambasciata iraniana a Oslo, in risposta alla morte della giovane curda. In due sono rimasti leggermente feriti e alcuni hanno tentato di entrare nell'ambasciata. Nel corso dell'evento si sono verificati episodi di violenza. Lo riporta un tweet della polizia locale.
Diversi manifestanti hanno portato con sé la bandiera curda urlando lo slogan "Donna, vita e libertà" in curdo. La reazione è giunta a distanza di un giorno dagli attacchi iraniani sferrati nel Kurdistan iracheno, che hanno provocato 13 morti e circa 50 feriti.
Le proteste in Norvegia
La preoccupazione è forte
Sia il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, che l'Ufficio dell'Alto Commissario per i diritti umani hanno espresso la loro preoccupazione. Il secondo ha chiesto indagini indipendenti, che diverse ONG europee vogliono che faccia lui stesso.
Il governo iraniano ha infatti dichiarato che nel corso della repressione si sono verificati 1'200 arresti e una decina di decessi, ma le ONG stimano che la cifra sia molto più alta.
Teheran critica la Francia
Intanto l'Iran ha criticato l'"interferenza" della Francia nei suoi affari interni, dopo che questa aveva espresso il suo sostegno alle proteste per la morte di Mahsa Amini.
Teheran ha convocato l'incaricato d'affari di Parigi e ha dichiarato di "respingere e condannare fermamente l'interferenza del ministero degli esteri francese e di alcuni funzionari francesi negli affari interni dell'Iran utilizzando false interpretazioni", si legge in un comunicato del ministero degli esteri iraniano.
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