A inizio anno la Commissione europea ha sospeso i finanziamenti UE destinati all’Ungheria a seguito delle violazioni dello Stato di diritto. La Confederazione, pur condividendo le preoccupazioni di Bruxelles, continua a versare i contributi di coesione a sostegno di Budapest.
“La Svizzera non ha congelato i fondi a favore dell’Ungheria” ha affermato Michael Steiner, portavoce del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), confermando le dichiarazioni rilasciate dai servizi di Ignazio Cassis al domenicale zurighese NZZ am Sonntag.
“Sostanzialmente la Confederazione condivide le preoccupazioni sollevate dall’Unione Europea. È per tale motivo che Berna ha concordato saldi principi di cooperazione con i Paesi beneficiari del secondo contributo svizzero”, ha sottolineato Steiner. Questi includono, ad esempio, il rispetto dei diritti fondamentali nel quadro della cooperazione.
La Svizzera è perciò in grado di prendere provvedimenti se tali principi non sono più rispettati nell’ambito di programmi o progetti finanziati dalla Confederazione. Ciò può implicare la sospensione di un progetto e, in casi estremi, persino l’annullamento del relativo finanziamento. Il portavoce del DFAE ha inoltre dichiarato che fino ad ora i requisiti di qualità imposti dalla Svizzera sono stati rispettati.
La Confederazione sostiene vari Paesi membri dell’UE nell’ambito della coesione e della migrazione con stanziamenti complessivi pari a 1,3 miliardi di franchi. L’Ungheria è uno dei beneficiari del cosiddetto secondo contributo di coesione, in virtù del quale la Svizzera versa a Budapest 87,6 milioni di franchi.
La rassegna stampa
Telegiornale 12.01.2025, 12:30