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Bielorussia, il cambiamento si allontana

Il presidente Lukashenko, al potere dal 1994, ha rinviato al 2022 un referendum costituzionale per limitare le sue prerogative

  • 11 febbraio 2021, 23:38
  • Ieri, 17:37
01:28

RG 18.30 del 11.02.21 - Il servizio di Stefano Grazioli

RSI Info 11.02.2021, 23:32

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Di: eb/RG/TG 

“Prima o poi ci sarà una Bielorussia senza Lukashenko, ma non certo oggi, né domani, né dopodomani”. A dichiararlo è stato lo stesso presidente bielorusso all’apertura dell’assemblea popolare che si riunisce ogni cinque anni. Il 66enne, che è a capo dell'ex repubblica sovietica dal 1994, ha colto l'occasione per ribadire di avere ancora le redini del Paese ben salde nelle mani.

Nella giornata di oggi, giovedì, Lukashenko ha annunciato che le riforme costituzionali che dovrebbero limitare le sue prerogative, saranno approvate entro la fine dell’anno e sottoposte a referendum solo nel 2022. Davanti a circa 2'700 funzionari, il presidente ha anche dichiarato di aver sconfitto il complotto occidentale ordito contro il suo regime.

Il riferimento è alle proteste scaturite dopo le contestate elezioni del 9 agosto 2020, in cui Lukashenko ha ottenuto il sesto mandato con oltre l'80% di consensi. Proteste che però non sono riuscite a dare la spallata al potere. Con l'inverno, infatti, le piazze si sono svuotate e molti esponenti dell'opposizione si trovano in carcere. Fino ad ora, inoltre, a nulla sono valse anche le sanzioni promosse da Unione Europea e Stati Uniti, che hanno accusato il leader di aver falsato il risultato elettorale. Dall'altra parte, Mosca ha approfittato della situazione per riallacciare i rapporti con Minsk, fornendo sostegno politico ed economico all'antico alleato.

Una svizzera incarcerata in Bielorussia

Dal settembre scorso, Natallia Hersche è detenuta a Minsk. Cittadina svizzera-bielorussa, aveva partecipato a una delle manifestazioni pacifiche contro l'elezione di Alexander Lukaschenko ma era stata arrestata e condannata a due anni e mezzo di carcere. Le proteste della popolazione sono state represse dal regime anche con l'uso della violenza da parte della polizia. Ora 86 parlamentari svizzeri di tutti i partiti hanno scritto una lettera aperta al Governo della Bielorussia in vista del processo di appello, per chiederne la liberazione immediata.

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