Il Comitato investigativo russo ha confermato lunedì l'arresto di Darya Trepova, la giovane principale sospettata per l'uccisione del blogger nazionalista Vladlen Tatarsky, domenica in un locale del centro di San Pietroburgo. La donna, 26 anni, era stata precedente iscritta nel registro dei ricercati dal Ministero dell'interno. Il bilancio dell'attentato dinamitardo è stato intanto aggiornato a un morto, per l'appunto Tatarsky, e 32 feriti di cui 10 in gravi condizioni.
Esplosione a San Pietroburgo, fermata una donna
Telegiornale 03.04.2023, 12:30
L'ordigno che ha causato la morte del blogger, che all'anagrafe si chiamava Maxim Fomin, sarebbe stata nascosta in un busto che lo raffigurava, consegnatogli dalla ragazza ed esploso poco dopo. Si tratterebbe del secondo assassinio in territorio russo di una figura associata alla guerra in Ucraina, dopo quello di Darya Dugina, figlia dell'ideologo Alexandr Dugin, saltata in aria con la sua macchina la scorsa estate alla periferia di Mosca.
Di quell'attentato, secondo fonti di intelligence statunitensi citate dal New York Times, erano responsabili i servizi di Kiev. Anche questa volta il Cremlino per bocca della portavoce del Ministero degli affari esteri Maria Zakharova ha evocato la pista ucraina. Lo stesso hanno fatto diversi commentatori nazionalisti. Evgeni Prighozhin, capo del gruppo paramilitare Wagner, proprietario del locale e vicino a Tatarsky, ha detto invece di dubitare che l'attacco sia da attribuire alle autorità ucraine ma piuttosto a gruppi radicali.
Il 40enne Tatarsky, nato nel Donbass, ex minatore e poi imprenditore con un passato anche criminale (finì in carcere per un assalto a una banca), aveva combattuto al fronte dal 2014. Solo in seguito aveva cominciato a pubblicare i suoi video quotidiani, in cui raccontava l'evoluzione del conflitto e non risparmiava le critiche alla gestione della guerra da parte del ministro della difesa Sergei Shoigu.