Una Theresa May "umiliata" dai leader UE. Così il quotidiano The Guardian descrive l'esito del vertice di Salisburgo per la premier conservatrice: "un'imboscata" in piena regola, si legge, segnata dalla plateale bocciatura delle sue proposte negoziali chiave.
Una débâcle, al netto del tentativo di Theresa May di minimizzare l'accaduto come frutto anche di giochi "tattici" degli interlocutori europei, che spinge l'opposizione laburista a chiedere ora alla premier di ammorbidire la posizione ma di cui, paradossalmente, si giovano soprattutto i dissidenti del Partito Conservatore, dell'ala dei fautori più oltranzisti dell'uscita della Gran Bretagna dal Regno Unito; questi ultimi tornano a intimare a May - a pochi giorni da un congresso di partito che rischia di trasformarsi in un processo alla sua leadership - di cambiare rotta a favore di un divorzio più netto e di un'intesa di minima con Bruxelles: un mero accordo di libero scambio sul modello (giusto un po' rafforzato) di quello che l'Unione ha stretto con il lontano Canada.
ATS/M. Ang.