Il vento continua ad alimentare dozzine di roghi nell'ovest degli Stati Uniti e in particolare nell'Oregon, dove il Bootleg Fire, uno dei maggiori nella storia moderna dello Stato, ha divorato fino a oggi (lunedì) 1'210 chilometri quadrati di foresta, una superficie pari a quella di Los Angeles. Alcune decine di abitazioni sono bruciate, 2'000 persone hanno ricevuto l'ordine di evacuazione. Secondo il servizio meteorologico nazionale di Sacramento, vista la siccità che ha colpito la regione - negli ultimi tre decenni diventata progressivamente più calda e secca - qualsiasi fulmine può scatenare un nuovo incendio.
Più a sud, in California, il Dixie Fire copre 74 chilometri quadrati e si trova a nord-est di Paradise, cittadina diventata nel 2018 un simbolo di questo fenomeno stagionale: il Camp Fire la rase quasi completamente al suolo, causando oltre 80 morti. Le fiamme vicino al Lago Tahoe, invece, hanno portato fra le altre cose alla chiusura di un tratto del Pacific Crest Trail, sentiero mecca degli escursionisti con i suoi 4'265 chilometri dal confine messicano a quello canadese.
Il caldo non sta causando incendi solo negli Stati Uniti: anche in Siberia si ripetono annualmente e al momento la regione più toccata è quella nord-orientale della Sakha-Jacuzia, vasta 3 milioni di km2, la più estesa unità amministrativa del mondo anche se abitata da un solo milione di persone. La zona ha vissuto "l'estate più secca da 150 anni" e ha avuto "il giugno più caldo di sempre", secondo il governatore Aysen Nikolayev. Gli incendi attivi sono 187, combattuti da 2'200 pompieri. L'area interessata è cresciuta di 100'000 ettari solo nelle ultime 24 ore e il fumo ha raggiunto 51 località fra le quali la capitale regionale Yakutsk, il cui aeroporto è stato chiuso.
Gli incendi devastano il nord America e la Siberia
Telegiornale 19.07.2021, 22:00