Mercoledì, al vertice sul clima del COP28, i rappresentati di quasi 200 Paesi hanno concordato di iniziare a ridurre il consumo globale di combustibili fossili. L’obiettivo? Scongiurare i peggiori impatti del cambiamento climatico. Si sigla così un accordo unico nel suo genere, che segna la storia dell’impegno internazionale alla lotta contro il cambiamento climatico.
L’accordo raggiunto a Dubai, dopo due settimane di negoziati molto combattuti, intende inviare un segnale forte agli investitori e ai responsabili politici: il mondo è ora unito nel desiderio di abbandonare i combustibili fossili, atto che secondo gli scienziati è l’ultima speranza per evitare la catastrofe climatica.
“L’inizio dell’era post-fossile”
“È la prima volta che il mondo si unisce intorno a un testo così chiaro sulla necessità di abbandonare i combustibili fossili”, ha commentato per primo il ministro degli Esteri norvegese Espen Barth Eide. “È stato l’elefante nella stanza”, ha ancora dichiarato.
Anche il presidente della conferenza, Sultan Ahmed Al Jaber, ha sottolineato la storicità dell’evento. “Per la prima volta in assoluto” nella storia del consesso “abbiamo scritto la parola <
Alle congratulazioni si è aggiunta anche la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che ha definito l’accordo l’inizio “dell’era post-fossile”. La presidente è tornata poi a sottolineare il contributo europeo nella stesura dell’accordo, segnalando la concordanza degli obiettivi del COP28 con quelli già firmati dall’Unione Europea.
Più di 100 Paesi hanno esercitato forti pressioni per inserire chiaramente nell’accordo COP28 un terminologia forte per “eliminare gradualmente” il petrolio, il gas e il carbone. Questa volontà si è pero scontrata con la forte opposizione dell’OPEC (il gruppo di produttori di petrolio guidato dall’Arabia Saudita), che insisteva per una riduzione delle emissioni senza rinunciare a determinati combustibili.
Questa battaglia ha portato mercoledì il vertice ai tempi supplementari. L’accordo proposto chiede in particolare di “abbandonare i combustibili fossili nei sistemi energetici, in modo giusto, ordinato ed equo (...) in modo da raggiungere l’azzeramento delle emissioni entro il 2050, in linea con la scienza”.
L’accordo
Concretamente il testo punta a realizzare l’obiettivo fissato nel 2015 nell’accordo di Parigi, cioè quello di limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi centigradi rispetto all’epoca preindustriale. Il documento, di 21 pagine, invita dunque i Paesi ad abbandonare i combustibili fossili dai loro sistemi energetici attraverso tre misure fondamentali.
Per prima cosa è necessario “triplicare la capacità di produzione di energia rinnovabile entro il 2030”. Su questo punto lo scritto ha sottolineato per la prima volta l’importanza e il contributo dell’energia nucleare per praticare un’efficace transizione dai combustibili fossili verso sistemi energetici più puliti. Un’istanza che ha raccolto i favori della Francia, nazione che da anni investe in questa tecnologia.
Di riflesso, come seconda misura è doveroso “accelerare gli sforzi per ridurre l’utilizzo del carbone”. Su questa linea d’onda è dunque essenziale “accelerare” lo sviluppo e l’impiego di “tecnologie (come la cattura e lo stoccaggio del carbonio) pensate a ripulire le industrie più difficile da decarbonizzare”.
COP28, rimandata la chiusura
Telegiornale 12.12.2023, 12:30