La COP28 - la Conferenza sul clima in corso a Dubai - si avvia alla conclusione di martedì e anche se “il fallimento non è un’opzione”, come ha detto il suo presidente Sultan al Jaber, un accordo che contenga un obiettivo di “abbandono” o quanto meno di “riduzione” del consumo di energie fossili (gas, petrolio e carbone) si scontra ancora con la resistenza dell’Arabia Saudita e dell’Iraq, quest’ultimo membro dell’OPEC ma inquieto allo stesso tempo per i costi della transizione, che aumenterebbero le ineguaglianze a livello mondiale.
Una maggioranza è favorevole a un’intesa e il traguardo, che contribuirebbe a rispettare il tetto del riscaldamento climatico fissato a 1,5 gradi a Parigi, non è mai parso così vicino. Tuttavia, tempi e modi fanno ancora discutere e molto dipenderà dalle concessioni a colossi come l’India, che produce con il carbone due terzi della sua elettricità, e ai Paesi in via di sviluppo che chiedono sostanziosi contributi da un lato per passare a fonti rinnovabili e dall’altro per far fronte ai costi legati ai mutamenti del clima. Un nuovo progetto di testo finale dovrebbe essere pubblicato lunedì.
Il consigliere federale Albert Rösti
Oggi, domenica, è stato anche il giorno del consigliere federale Albert Rösti, il secondo membro del Governo elvetico a recarsi al vertice negli Emirati, dopo Alain Berset che era presente nelle prime fasi. Rösti ha firmato due accordi sulle emissioni con Cile e Tunisia ma soprattutto ha ribadito la volontà della Svizzera di proseguire sulla strada del raggiungimento a livello globale delle zero emissioni nette entro il 2050.
A suo avviso, la Confederazione è fra i Paesi più avanti, avendo ancorato i propri obiettivi in una legge, quella sul clima accolta in giugno in votazione popolare. Non la vedono così le ONG che in una classifica stilata in settimana hanno piazzato la Svizzera solo al 21mo posto, definendone l’impegno mediocre e poco ambizioso. “Sono passati solo pochi mesi dalla votazione, è troppo presto per giudicare o adesso stiamo facendo tanto in Parlamento. Non possiamo fare di più”, ha risposto Rösti.