Il segretario generale dell’OPEC Haitham al-Ghais ha chiesto “urgentemente” ai 23 Paesi membri o associati all’organizzazione di “respingere proattivamente” qualsiasi accordo che prenda di mira le energie fossili, “piuttosto che le emissioni” di gas a effetto serra, nei negoziati sul clima in corso alla COP28 di Dubai.
È il contenuto di una comunicazione, autenticata, che ha potuto consultare l’agenzia AFP. “Sembra che l’eccessiva e sproporzionata pressione sui combustibili fossili possa raggiungere un punto di svolta con conseguenze irreversibili”, si legge nella lettera. “Benché i Paesi membri” e i loro associati “prendano sul serio” i mutamenti climatici, “sarebbe inaccettabile che delle campagne con motivazioni politiche mettano in pericolo la prosperità e il futuro dei nostri popoli”, sottolinea il testo.
Contattata dall’agenzia di stampa, l’OPEC non ha fornito nell’immediato commenti. Per contro si registrano già dure reazioni da parte di alcuni Paesi. Per la Francia Agnès Pannier-Runacher, ministra della transizione energetica, si è detta “sbalordita e arrabbiata”, aggiungendo che la posizione dell’OPEC “mette a rischio i Paesi più vulnerabili e le popolazioni più povere”. La sua omologa spagnola Teresa Ribera ha per parte sua parlato di una posizione “ripugnante”.
COP28, l'impegno della Svizzera
Telegiornale 01.12.2023, 20:00