La ministra degli affari esteri canadese Chrystia Freeland ha interrotto un viaggio in Europa ed è attesa martedì a Washington per avviare i negoziati su un accordo commerciale con gli Stati Uniti, dopo che la Casa Bianca ha annunciato di aver raggiunto con il Messico un'intesa bilaterale destinata a rimpiazzare il NAFTA, che è trilaterale ed è in vigore dal 1994.
RG 08.00 del 28.08.2018 Il servizio di Chiara Savi
rsi 28.08.2018, 10:13
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Donald Trump aveva criticato il NAFTA come "disastroso" e responsabile della perdita di molti posti di lavoro negli Stati Uniti, a causa di delocalizzazioni verso siti di produzione meno onerosi. La nuova versione va a modificare la situazione nel settore dell'automobile (quello più delicato, dove il 75% dei pezzi dovrà essere prodotto in Nordamerica e il 40-45% da dipendenti pagati almeno 16 dollari l'ora), nell'agricoltura, nel diritto del lavoro e in quello della proprietà intellettuale.
Trudeau deve tendere la mano, mentre Trump forte del successo fà la voce grossa
Ora cresce la pressione su Ottawa, che in un primo tempo ha preferito restare in disparte e osservare gli eventi. Il premier canadese Justin Trudeau ha avuto lunedì con Trump una "discussione costruttiva" ma niente è trapelato sui contenuti esatti di quanto verrà messo sul tavolo delle discussioni: l'intesa fra Stati Uniti e Messico sarà accettabile per il Canada? Il portavoce della Freeland ha detto che non sarà firmato un documento le cui condizioni non siano soddisfacenti, ma il paese rischia di trovarsi di fronte a un "prendere o lasciare", confrontato anche alla minaccia di Trump di lavorare bilateralmente solo con il Messico e di imporre dazi sulle vetture fabbricate in Canada.
Per gli analisti, Trump vuole ottenere una "rapida vittoria" prima delle elezioni di novembre e aumenterà la pressione.
Il suo futuro omologo messicano Andrés Manuel Lopez Obrador, dal canto suo, ha auspicato che si mantenga in vita un accordo fra tutti e tre i paesi. Città del Messico aveva fretta di concludere per avere un'approvazione parlamentare prima che entri in carica il nuovo capo dello Stato di centro-sinistra il 1° dicembre. A negoziare, infatti, è stata l'amministrazione dell'uscente Enrique Peña Nieto.
pon/AFP