Non criminali comuni, i Casamonica sono veri e propri mafiosi. A stabilirlo lunedì sono stati i giudici del Tribunale di Roma, che hanno emesso 40 condanne pesanti, dai 19 ai 30 anni di detenzione, nei confronti dei vertici e degli affiliati al clan di origine sinti. Una sentenza di primo grado importante perché riconosce l’aggravante mafiosa.
Dopo sette ore di Camera di consiglio, la Corte ha condannato a trent'anni di carcere il boss Domenico Casamonica, accogliendo in pieno l'istanza della Procura, che complessivamente aveva chiesto oltre 630 anni di reclusione. Severe le pene anche per gli altri capi, Giuseppe Casamonica (20 anni e mezzo) e Luciano (12 anni e 9 mesi), e pene pesanti sono arrivate in primo grado anche per Salvatore (25 anni e 9 mesi), Pasquale (23 anni e 8 mesi) e Massimiliano Casamonica (19 anni).
Tra i reati contestati anche l'estorsione, usura e detenzione illegale di armi. Il processo è scaturito dall'indagine dei carabinieri "Gramigna". Per questa stessa vicenda, nel maggio del 2019, erano state disposte 14 condanne in abbreviato e tre patteggiamenti.
“Oggi il Tribunale di Roma ha confermato l'associazione a delinquere di stampo mafioso. Ha confermato che è mafia. Questa sentenza non cancella gli anni di soprusi e violenze, ma è un risultato importante per chi vive in questa città. È la conferma che a Roma il clima è cambiato. Oggi si chiude un capitolo, ma la lotta per contrastare criminalità e mafia non si ferma. Io sarò sempre in prima linea", ha dichiarato Virginia Raggi, sindaca di Roma, che ha costituito il Comune parte civile nel maxiprocesso iniziato a ottobre 2019.
Roma, la mafia e il caso dei Casamonica
Telegiornale 21.09.2021, 22:00