Approfondimento

Caso Julian Assange, una breve cronistoria

Dalla creazione di Wikileaks nel 2006 al rischio di estradizione negli USA. L’epopea del giornalista più noto e discusso degli ultimi decenni

  • 21 febbraio, 19:02
  • 21 febbraio, 19:05
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Il giornalista, programmatore e attivista australiano Julian Paul Assange, all'anagrafe Julian Paul Hawkins (Townsville, 3 luglio 1971) in una foto del 2006

Di: AP/RSI Info 

Il fondatore di WikiLeaks Julian Assange lotta da oltre un decennio per evitare l’estradizione negli Stati Uniti, dove dovrebbe affrontare le accuse legate alla pubblicazione da parte della sua organizzazione di un’enorme mole di documenti riservati. Dal 2019 è detenuto in un carcere londinese di massima sicurezza e in precedenza ha trascorso sette anni in autoesilio nell’ambasciata ecuadoriana a Londra.

Martedì e mercoledì i suoi avvocati lo hanno rappresentato nell’ultimo round di sfide legali per impedire la sua estradizione dalla Gran Bretagna agli Stati Uniti. Ecco uno sguardo agli eventi chiave della lunga saga legale.

Le origini di Wikileaks nel 2006

2006: Assange fonda WikiLeaks in Australia. Si tratta di un’organizzazione internazionale senza scopo di lucro in grado di ricevere in modo anonimo, grazie a un contenitore protetto da un potente sistema di cifratura, documenti coperti da segreto che poi vengono caricati sul proprio sito web.

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La homepage del sito fondato da Assange

  • https://wikileaks.org/

Nel 2010, in una serie di post, WikiLeaks pubblica quasi mezzo milione di documenti, concernenti soprattutto le attività militari statunitensi in Medio Oriente. Tra questi, i cosiddetti Afghan Leaks, una raccolta di registri militari interni top secret riguardanti la guerra in Afghanistan che coprono il periodo tra gennaio 2004 e dicembre 2009. Un fuga di dati che è considerata tra le più grandi nella storia militare degli Stati Uniti e che “offre un quadro incolore e cupo della guerra afgana”, secondo quanto scritto dal New York Times

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In conferenza stampa a Londra a luglio del 2010

  • Keystone

Accuse di stupro dalle autorità svedesi (2010)

Ad agosto del 2010 la procura svedese emette un mandato d’arresto per Assange in base alle accuse di stupro da parte di una donna e di molestie da parte di un’altra. Il mandato viene ritirato poco dopo, in quanto i pubblici ministeri hanno dichiarato l’insufficienza di prove per l’accusa di stupro, che il giornalista e attivista ha sempre negato. Un mese dopo però la procura svedese riapre le indagini. Va precisato che in Svezia i confini del reato di violenza sessuale e la definizione di “stupro” sono più vaste che altrove. Nello specifico, le due donne hanno testimoniato entrambe di aver avuto dei rapporti “consenzienti” con Julian Assange, il quale sarebbe però colpevole di aver usato degli stratagemmi per evitare di usare il preservativo.

A seguito delle accuse, Assange lascia la Svezia per la Gran Bretagna. Nel novembre del 2010 la polizia svedese emette un mandato di arresto internazionale. A fine anno Assange si consegna alla polizia di Londra e viene trattenuto in attesa dell’udienza per l’estradizione. L’Alta Corte concede ad Assange la libertà su cauzione. Nel febbraio del 2011 un tribunale distrettuale britannico stabilisce che “Assange deve essere estradato in Svezia”.

The Julian Assange Show

Una serie televisiva condotta da Assange e trasmessa da Russia Today tra aprile e luglio 2012: interviste sulla politica della durata di 26 minuti con interviste a personaggi pubblici di spicco e spesso controversi: politici, rivoluzionari, intellettuali, artisti e visionari.

Nell’ambasciata dell’Ecuador dal 2012 al 2019

Julian Assange si rifugia allora nell’ambasciata ecuadoriana nel centro di Londra, chiedendo asilo, il 19 giugno 2012, dopo che i suoi tentativi di appello contro la sentenza di estradizione sono falliti. La polizia lo sorveglia 24 ore su 24 per arrestarlo se dovesse uscire. Ad agosto Assange ottiene l’asilo politico dall’Ecuador.

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Alla finestra dell'ambasciata dell'Ecuador a Londra il 19 agosto 2012

  • Keystone

Nel 2014, a luglio, ad Assange non viene concesso l’annullamento del mandato di arresto emesso in Svezia nei suoi confronti. Un giudice di Stoccolma conferma il mandato di arresto per reati sessuali contro due donne. Nel 2015, a marzo i procuratori svedesi chiedono di interrogare Assange presso l’ambasciata ecuadoriana. Cinque mesi dopo I procuratori svedesi abbandonano le indagini su alcune accuse contro Assange a causa della prescrizione; rimane attiva un’indagine su un’accusa di stupro; A ottobre la polizia metropolitana cessa di sorvegliare 24 ore su 24 l’ambasciata ecuadoriana, ma dichiara che arresterà Assange se dovesse uscire, ponendo fine a un’operazione di polizia durata tre anni e che si stima sia costata milioni.

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Con il ministro degli Esteri ecuadoriano Ricardo Patino nell'agosto del 2014

  • Keystone

Tra fine 2015 e inizio 2016, il Gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulla Detenzione Arbitraria  dichiara che è stato detenuto illegalmente e raccomanda che venga immediatamente liberato e risarcito. La Gran Bretagna definisce la sentenza “ridicola”.

Tra settembre e novembre del 2018 il presidente dell’Ecuador dichiara che il suo Paese e la Gran Bretagna stanno lavorando a una soluzione legale per consentire ad Assange di lasciare l’ambasciata. Assange ottiene quindi nel dicembre del 2018 la cittadinanza ecuadoriana.

Onoreficenze

2008 -The Economist New Media Award
2009 - Amnesty International UK Media Awards
2010 - Persona dell’anno secondo i lettori del Time
2010 - Premio Sam Adams
2010 - Persona dell’anno secondo I lettori di Le Monde
2011 - Premio Dacia Libera
2011 - Medaglia d’oro della Fondazione Sidney Peace
2011 - Premio Walkley
2011 - Premio per il Giornalismo Martha Gellhorn
2011 - Premio Voltaire per la libertà di parola
2013 - Global Exchange Human Rights Award
2013 - Medaglia d’argento al Festival di New York
2014 - Primo premio dell’Unione dei giornalisti del Kazakistan
2019 - GUE/NGL Premio Galizia
2019 - Premio Gavin MacFadyen
2019 - Premio per la pace di Stoccarda

Assange chiede all’Ecuador di fornirgli i diritti fondamentali che, secondo lui, il Paese ha accettato quando gli ha concesso l’asilo e la cittadinanza. Un ricercatore scopre un documento di un tribunale statunitense che sembra rivelare inavvertitamente l’esistenza di un processo penale sigillato contro Assange. Nessun dettaglio viene confermato.

2019: l’arresto a Londra e le incriminazioni statunitensi

Nell’aprile del 2019 il presidente ecuadoriano Lenin Moreno ritira lo status di rifugiato e la cittadinanza ad Assange. La polizia di Londra lo arresta presso l’ambasciata ecuadoriana per aver violato le condizioni di libertà su cauzione nel 2012 e per conto delle autorità statunitensi. Da allora si trova nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh, a Londra.

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Trasportato su una vettura delle autorità britanniche verso un tribunale londinese l'11 aprile del 2019

  • Keystone

A maggio del 2019 Assange viene condannato dalle autorità britanniche a 50 settimane di carcere per non aver rispettato i termini della libertà vigilata. Inoltre, il governo statunitense lo incrimina con 18 capi d’accusa, tra cui cospirazione e spionaggio. I pubblici ministeri affermano che ha cospirato con il supporto dell’analista dell’esercito americano Chelsea Manning per entrare in un computer del Pentagono e diffondere informazioni diplomatiche segrete e file militari.

A novembre dello stesso anno, la procura svedese archivia l’indagine per stupro. Gli Stati Uniti presentano poi il mese successivo un nuovo atto d’accusa contro Assange in cui vengono sottolineati gli sforzi di Assange per procurarsi e divulgare informazioni top secret.

Gli ultimi due anni, sul filo del rasoio

Gennaio 2021: Un giudice britannico stabilisce che “non può essere estradato negli Stati Uniti perché potrebbe suicidarsi” se detenuto nelle dure condizioni carcerarie americane.
Luglio 2021: L’Alta Corte concede al governo degli Stati Uniti il permesso di appellarsi alla sentenza del tribunale di primo grado che blocca l’estradizione di Assange.
Dicembre 2021: L’Alta Corte decide che le assicurazioni degli Stati Uniti sulla detenzione di Assange sono sufficienti a garantire un trattamento umano. Marzo 2022: la Corte Suprema britannica rifiuta di concedere ad Assange il permesso di fare appello contro la sua estradizione.
Giugno 2022: il governo britannico ordina l’estradizione di Assange negli Stati Uniti. Assange ricorre in appello.
20 febbraio 2024: Gli avvocati di Assange lanciano un ultimo tentativo legale per fermare la sua estradizione presso l’Alta Corte.

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La testimonianza di Stella Assange

Telegiornale 20.02.2024, 12:30

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