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Cereali, navi in viaggio senza Mosca

Benché la Russia si sia chiamata fuori dall'accordo legato al corridoio del grano sul Mar Nero, dodici cargo sono salpati dai porti ucraini lunedì in mattinata

  • 31 ottobre 2022, 11:34
  • 20 novembre, 14:34
Navi cariche di cereali all'ancora nel porto a Odessa in attesa di salpare

Navi cariche di cereali all'ancora nel porto a Odessa in attesa di salpare

  • foto ANSA
Di: AFP/ATS/EnCa 

Dodici navi per l'esportazione di grano sono partite lunedì dall'Ucraina, nonostante la Russia si sia ritirata dall'accordo mediato a luglio dall'ONU e dalla Turchia. Lo ha affermato il ministro ucraino delle Infrastrutture Oleksandr Kubrakov su Twitter: "Oggi dodici navi hanno lasciato i porti ucraini. Le delegazioni dell'ONU e della Turchia hanno messo a disposizione dieci squadre di ispezione per controllare 40 navi al fine di soddisfare l'iniziativa sul grano del Mar Nero. Il piano di ispezione è stato accettato dalla delegazione ucraina. La delegazione russa è stata informata", ha riferito il ministro.

Dopo le minacce di Mosca e l'annuncio della sua uscita dall'intesa, nel suo discorso video di domenica sera il presidente Zelensky ha affermato che "la Russia è l'unica responsabile del fatto che il cibo diventerà più costoso in Africa occidentale e in Asia orientale. La Russia è la ragione per cui la popolazione, in Etiopia, Somalia o Yemen, dovrà far fronte a carenze catastrofiche".

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L'ONU impegnata in difesa dell'accordo

L'ONU, garante dell'intesa che a luglio ha portato a definire il "corridoio del grano", aveva chiesto a gran voce nelle scorse ore il mantenimento dell’intesa. Il segretario generale dell'organizzazione, Antonio Guterres, si era detto "profondamente preoccupato", rimarcando di essere impegnato in "intense consultazioni" tese a far sì che la Russia riconsideri una volta per tutte la sua decisione di sospendere l'accordo.

Dal canto suo, Amir Abdulla, coordinatore ONU per l'accordo sul corridoio del grano nel Mar Nero, ha twittato lunedì mattina che "Le navi mercantili civili non possono mai essere un obiettivo militare o essere tenute in ostaggio. Il cibo deve fluire".

D'altronde, il Cremlino ha ripetuto domenica sera di essere pronto a negoziare con Kiev nonostante gli ultimi sviluppi di un'invasione iniziata 250 giorni fa, ma il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha respinto l'offerta, definendola una "cortina fumogena". Infatti, Kuleba su Twitter ha spiegato: "Il comportamento dei russi è prevedibile: se commettono un crimine la sera, aspettati che propongano colloqui al mattino".

"Ora ci sparano addosso molto meno"

E se lunedì mattina i russi hanno ancora bombardato abitazioni e infrastrutture civili in tutta l'Ucraina, sul campo di battaglia i combattimenti e i bombardamenti non si fermano. Domenica hanno causato almeno dieci morti e 13 feriti tra i civili, secondo il rapporto della presidenza ucraina. Nell’Oblast di Kherson, nel sud del Paese, dove è prevista una grande battaglia tra forze russe e ucraine, i giornalisti dell'AFP hanno assistito a sporadici duelli di artiglieria nel villaggio di Kotliareve - combattimenti che la gente del posto, ormai allo stremo, osserva senza troppo fervore: uno dei pochi vantaggi è piuttosto il fatto che "ora ci sparano molto meno", ha osservato Viktor Romanov, un operaio di 44 anni.

L'esercito russo ha dichiarato di aver effettuato un attacco contro un centro di addestramento dei servizi speciali ucraino a Otchakiv, nella regione di Mykolaiv, nel sud ucraino. Del resto, proprio Mosca affermava sabato che era a Ochakiv che l'attacco alla sua flotta in Crimea era stato lanciato con l'aiuto di esperti britannici, senza fare cenno all'area sicura riservata al trasporto di cereali dell’Ucraina.

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