Per evitare una causa collettiva dalle possibili conseguenze miliardarie, Google ha accettato di cancellare miliardi di dati personali appartenenti a oltre 136 milioni di utenti negli Stati Uniti, dati che erano stati raccolti dal navigatore Chrome anche quando usato in modalità anonima.
La decisione è emersa dalla pubblicazione di documenti giudiziari oggi (lunedi) a San Francisco. Il caso risale al giugno 2020: una serie di utenti aveva fatto causa alla società di Mountain View affermando che il navigatore continuava a raccogliere dati sugli utenti attraverso i “cookies” anche quando veniva attivata la modalità incognito.
Google aveva inizialmente deciso di dare battaglia, ma quando lo scorso agosto il giudice distrettuale ha respinto una istanza di non luogo, la società ha cambiato strategia per evitare il rischio di un processo. Google cancellerà i dati raccolti e modificherà il funzionamento di Chrome. I ricorrenti non riceveranno alcun indennizzo ma in futuro tutti gli utenti saranno informati più chiaramente sulla funzione “incognito” per evitare la falsa impressione di navigare nell’anonimato.
La decisione è stata salutata con favore dalle associazioni che si battono per il diritto alla privacy e alla protezione dei dati personali, contro la sorveglianza di massa.
Alphabeth, la casa madre di Google, rimane sotto pressione – negli USA e in Europa - per altre questioni legate in particolare alla posizione dominante nel campo dei motori di ricerca e al modo di funzionamento del “Play Store” sui dispositivi che girano con il sistema operativo Android.