Toni diplomatici ma pochi passi avanti concreti: i colloqui tra gli Stati Uniti e la Russia che si sono svolti oggi, lunedì, a Ginevra, sulla crisi ucraina e sulla sicurezza europea si sono conclusi lasciando una serie di scenari aperti.
Il confronto è stato "professionale" ma è necessario arrivare "a una svolta e a dei compromessi", ha dichiarato il viceministro russo degli esteri, Sergei Riabkov, durante il momento informativo che si è tenuto dopo 7 ore di faccia a faccia con la vicesegretaria di Stato americana, Wendy Sherman.
La negoziatrice statunitense, dal canto suo, ha affermato di non sapere se Mosca intenda o meno avviare una de-escalation, che per Washington significa un ritiro delle truppe russe ammassate al confine con l'Ucraina (al momento sarebbero mobilitati 100'000 uomini).
A dicembre, l'intelligence statunitense ha lanciato l'allarme su una possibile offensiva militare di Mosca all'inizio del 2022. L'ipotesi è stata ancora una volta smentita dal lato russo: "Non abbiamo intenzione di invadere l'Ucraina", ha detto oggi Riabkov.
Da parte sua, la Russia si è presentata ancora una volta ferma sulla sua richiesta di escludere l'Ucraina dall'adesione alla NATO: un punto su cui gli Stati Uniti non intendono cedere ("Non permetteremo a nessuno di invertire la politica delle porte aperte dell'Alleanza atlantica", ha dichiarato Sherman).
I colloqui di Ginevra saranno seguiti mercoledì da un vertice a Bruxelles tra NATO e Russia e giovedì da una riunione a Vienna dei Paesi dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE), unica occasione in cui sarà rappresentata l'Ucraina.
L'analisi del corrispondente da Ginevra
Telegiornale 10.01.2022, 21:00