La tensione è altissima domenica nel Caucaso fra Armenia e Azerbaigian: si combatte nella regione autonoma del Nagorno Karabakh. L'esercito azero ha prima bombardato le postazioni delle forze indipendentiste armene, che avevano attaccato durante la notte, e poi ha lanciato una controffensiva.
Gli indipendentisti armeni affermano di aver inflitto "perdite" al nemico e il Ministero della difesa di Erevan fa sapere che due elicotteri militari azeri sono stati abbattuti. All'alba le forze azere hanno iniziato un'offensiva nella regione autonoma contesa del Nagorno Karabakh per "neutralizzare le forze belliche dell'Armenia e salvaguardare la sicurezza della popolazione civile", secondo quanto comunicato dal Governo di Baku.
I combattimenti hanno già fatto diverse vittime tra la popolazione civile. Cinque membri di una famiglia azera sono stati uccisi. Il presidente azero, Ilham Aliyev, ha dichiarato che "l'Azerbaigian difende la sua terra" perché "il Karabakh gli appartiene". Un portavoce del ministero della difesa azero ha affermato che sono stati "liberati sei villaggi controllati dagli armeni".
Il presidente azero, Ilham Aliyev, ha rivendicato l'appartenenza della regione al suo Paese
Si tratta della peggior crisi armeno-azera degli ultimi anni. Le due ex repubbliche sovietiche caucasiche hanno combattuto una sanguinosa guerra negli anni Novanta, che ha lasciato in terra circa 30'000 morti, dopo che i separatisti armeni hanno preso il controllo della regione azera del Nagorno Karabakh nel 1991, poco dopo il crollo dell'Unione sovietica. Dal 1994 è in vigore un accordo di cessate il fuoco fra i due Paesi, che però non sono mai arrivati a una pace, malgrado la mediazione di Stati Uniti, Francia e Russia attraverso il cosiddetto Gruppo di Minsk.
Intanto, l'Unione Europea ha chiesto l'immediato cessate il fuoco, mentre il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha promesso il proprio sostegno all'Azerbaijan.