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Comment va la France?

Un viaggio nel paese di Macron per cogliere le preoccupazioni delle persone a pochi giorni dal primo turno delle Elezioni presidenziali

  • 31 marzo 2022, 15:32
  • 20 novembre, 18:22
36:44

La Francia di Macron

Modem 01.04.2022, 08:30

  • RSI
Di: Modem/Alice Pedrazzini - Francesca Motta 

Di solito quando si parla di una campagna elettorale, i candidati e i loro programmi occupano il centro del dibattito, e quanto succede nel Paese fa da contorno. In questo caso, paradossalmente, è proprio la corsa all'Eliseo ad essere in secondo piano, perché la guerra in Ucraina è entrata in maniera prorompente in questa campagna presidenziale francese, lasciandola in qualche modo in sospeso.

Alla vigilia delle elezioni, con una puntata speciale in "modalità podcast", Modem ci porta fisicamente in Francia con voci, suoni, impressioni raccolte da Alice Pedrazzini e Francesca Motta.

Viaggio nelle Francia di Macron
  • RSI

Il viaggio si è svolto in in Alsazia, una regione di circa due milioni di abitanti, che vota tendenzialmente a destra. È proprio quella l'area politica da cui provengono i candidati e le candidate che hanno maggiori probabilità di passare al secondo turno. I sondaggi dicono che il 24 aprile l'attuale presidente Emmanuel Macron vincerà, come già cinque anni fa, contro la candidata del Rassemblement National Marine Le Pen.

Quest'anno quindi, più che mai, quello che conta sono i cittadini e le loro preoccupazioni. Per i gilets jaunes, i nemici numero uno di Macron, che nel 2018 avevano paralizzato il Paese, vivere in Francia è sempre più difficile. Christine, che da più di tre anni presidia ogni mattina una rotonda a nord di Mulhouse, ci dice: "vogliamo la stessa cosa di 3 anni fa. Vogliamo un salario col quale poter vivere, delle pensioni dignitose e un potere d’acquisto migliore. Vogliamo poter fare il pieno all'automobile, poter mangiare. Non chiediamo la luna, non chiediamo mica del caviale...vogliamo vivere ecco".

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Le richieste dei Gilets Jaunes

RSI 01.04.2022, 10:59

  • RSI

Quando si parla di elezioni nella République, non si può non parlare del tema dell'immigrazione. Quest'anno ad imporre il tema è soprattutto la new entry Eric Zemmour, che con il suo movimento Reconquête!, ha coniato il termine “le grand remplacement”. L'ex giornalista parla di civilizzazione francese cristiana e di rimpiazzamento di questa da un’altra, islamica. Per sostenere la sua tesi abbonda di rimandi al passato del Paese e alla sua grandeur che, secondo lui, è andata persa.

Nel mirino ci sono cittadini francesi come quelli del quartiere Neuhof, alle porte di Strasburgo, giudicato "prioritario" e "caldo". È proprio lì che ci sono le persone che la destra accusa di non volersi “assimilare” e dove il tasso di astensionismo è da record (per le presidenziali tocca l’85%). Ma in mezzo a questo disinteresse c'è chi combatte per invertire la tendenza. "Vogliamo che la popolazione si renda conto del potere racchiuso in un voto", ci dice Djamila Haddoum, animatrice al centro socioculturale del quartiere. "Se un quartiere vota, i candidati in piena campagna lo visiteranno per attirare voti e si dovranno interessare alle problematiche della gente".

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L'importanza della partecipazione al voto

RSI 01.04.2022, 10:59

  • RSI

Mentre la data del primo turno si avvicina, la guerra sta dunque gettando incertezze sulla vita dei francesi. Gli scossoni che il conflitto in Ucraina sta dando all'economia, temono di sentirli anche nelle proprie tasche, e in parte è già così.

Il racconto completo del viaggio nella puntata di Modem.

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