Il traffico aereo internazionale risente direttamente dei conflitti armati, costringendo le compagnie aeree a evitare le aree ad alto rischio e a trovare percorsi alternativi più sicuri.
Un esempio lampante lo offrono i recenti scontri in Medio Oriente, come racconta ai microfoni RSI il responsabile della gestione operazioni di volo Swiss Mark Ansems. Martedì scorso, durante l’attacco missilistico di Teheran, “abbiamo dovuto deviare in volo un aereo diretto a Bangok”.
Criticità simili sono state causate anche dal conflitto in Ucraina, e in special modo per le compagnie che hanno deciso di sanzionare la Russia. Non possono infatti più sorvolare il territorio russo.
Questi ed altri problemi, come complicazioni tecniche o avversità meteorologiche, vengono affrontati quotidianamente nel centro operativo di Swiss in collaborazione con la casa madre Lufthansa. Per fornire itinerari sicuri alle proprie flotte, gli esperti devono costantemente confrontarsi con le indicazioni delle autorità, i bollettini climatologici e le informazioni d’intellingence.
“Ad esempio, qui si vede che il percorso verso Mumbai sarebbe più breve attraversando l’Iran” spiega Ansems mostrando una mappa colorata con gradazioni diverse in base al rischio di volo. “Ora bisogna fare un giro più largo e volare un po’ più a lungo, ma riusciamo comunque a trovare una rotta sicura e affidabile per continuare a volare verso l’India e l’estremo Oriente”.