La Commissione europea ha lanciato lunedì della procedure contro Apple, Alphabet (la casa madre di Google) e Meta (che controlla Facebook e Instagram) per presunte infrazioni alle norme sulla concorrenza. Si tratta di una prima nel quadro definito dalle nuove regole che l’UE si è data per gestire e proteggere i mercati digitali, così che non soffochino le start-up.
Da mesi Bruxelles dialoga con i tre colossi statunitensi affinché si mettano in linea con le norme in vigore da inizio marzo, dopo anni trascorsi ad inseguire i loro abusi di posizione dominante senza disporre dell’arsenale legislativo per poterli contrastare efficacemente. “Possiamo già osservare dei cambiamenti, ma non siamo sicuri che i cambiamenti proposti da Apple, Alphabet e Meta rispettino i loro obblighi”, ha commentato il commissario europeo competente, Thierry Breton.
Il commissario europeo Thierry Breton
Le questioni sollevate dall’inchiesta sono già note da tempo, la Commissione spera di poter presentare conclusioni nel giro di 12 mesi. Nel caso di Alphabet, si tratta dello sfruttamento del quasi-monopolio di Google come motore di ricerca per avvantaggiare i propri servizi di comparazione dei prezzi ai danni della concorrenza, in particolare per quanto riguarda alberghi, biglietti aerei e beni di consumo venduti online. Google era già stata condannata per questo a un’ammenda di 2,4 miliardi di euro nel 2017.
La stessa Alphabet ma anche Apple sono prese di mira inoltre per le restrizioni imposte nei loro negozi, Google Play e App Store, ostacoli che complicano il lavoro a chi sviluppa applicazioni, che fatica a comunicare liberamente, a promuovere le sue offerte e a concludere contratti diretti con l’utilizzatore finale. Per questo dossier Apple si è vista infliggere a inizio marzo una multa di 1,8 miliardi di euro, conseguenza di una denuncia presentata da Spotify nel giugno 2020. E giovedì scorso è finita nel mirino anche del Governo statunitense.
Meta, colosso dei social, infine, non rispetterebbe la regola che obbliga a domandare il consenso degli utenti per usare i loro dati incrociati provenienti da servizi diversi al fine di creare un profilo per le offerte pubblicitarie. Il modello “paga” o “acconsenti” che è stato elaborato per Facebook e Instagram non è ritenuto soddisfacente.
SEIDISERA del 25.03.2024 - UE indaga sui colossi online il commento di Marzio
RSI Info 25.03.2024, 19:15