Martedì diverse ambasciate, tra cui quella del Ruanda, sono state attaccate da manifestanti a Kinshasa, nella Repubblica democratica del Congo (RDC), affermano fonti diplomatiche nel Paese. Le sedi diplomatiche nella capitale sono state attaccate da manifestanti che protestavano contro gli eventi nell’est della Repubblica Democratica del Congo (RDC), ha dichiarato un diplomatico europeo.
La stessa fonte ha affermato che i manifestanti non sono entrati nelle sedi diplomatiche. Secondo un giornalista della Reuters, la polizia congolese ha usato gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti, in particolare davanti all’ambasciata ugandese. Gli scontri si sono estesi a Goma, la più grande città dell’est della RDC, dove i ribelli dell’M23 sostenuti dal Ruanda sono entrati domenica, segnando una nuova escalation in un conflitto che dura da tre decenni.
Intanto, il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) ha avvertito che il laboratorio sull’Ebola a Goma, la a città principale della regione, è a rischio a causa dei combattimenti che infuriano da giorni e che hanno portato al caos dopo che i ribelli sostenuti dal Ruanda hanno preso il controllo della città, provocando decine di morti.
Il CICR è “molto preoccupato per la situazione del laboratorio dell’istituto nazionale di ricerca biomedica, che sta affrontando il rischio di interruzioni di corrente, nonché la questione della conservazione dei campioni che potrebbero essere colpiti dagli scontri”, ha dichiarato il direttore regionale del CICR per l’Africa, Patrick Youssef, mettendo in guardia da “conseguenze inimmaginabili se i (campioni), compreso il virus Ebola che contiene, dovessero diffondersi”.
Sospesa l’assistenza alimentare ONU a est
E, dal canto suo, il Programma Alimentare Mondiale (PAM) dell’ONU ha sospeso l’assistenza alimentare nella regione orientale del Paese. “Le attività di assistenza alimentare all’interno e nei pressi di Goma sono state temporaneamente messe in pausa. Il PAM è preoccupato per la scarsità di cibo a Goma”, ha riferito Shelley Thakral, portavoce dell’ente nella RDC.
“A seconda della durata delle violenze, la fornitura di cibo nella città potrebbe essere gravemente ostacolata”, ha aggiunto. “Questa è un’enorme prova di resilienza per i congolesi intrappolati nei combattimenti a Goma e nelle aree circostanti”, ha continuato, precisando che “le prossime 24 ore saranno critiche, con le risorse che inizieranno a scarseggiare e le persone che avranno bisogno di trovare il necessario per sopravvivere”.
Tali dichiarazioni arrivano mentre a Goma continuano pesanti combattimenti tra l’esercito congolese e il gruppo armato M23 sostenuto dal Ruanda, i cui soldati sono entrati con i ribelli in città nella notte di domenica. Ci sono resoconti discordi su quanto territorio di Goma rimanga sotto il controllo di Kinshasa dopo l’ingresso di M23 e delle truppe ruandesi.
Martedì a Kinshasa, la folla inferocita ha bruciato pneumatici, scandito slogan anti-Ruanda e attaccato le sedi diplomatiche di diversi Paesi considerati favorevoli al Ruanda, inducendo la polizia a sparare gas lacrimogeni, come ha riferito un giornalista della Reuters.
Uccisi altri quattro peace-keeper sudafricani
Negli ultimi sforzi diplomatici per risolvere la crisi, il Sudafrica ha dichiarato che il presidente Cyril Ramaphosa e il suo omologo ruandese Paul Kagame hanno concordato in una telefonata la necessità di un cessate il fuoco. Ma, intanto, nelle ultime ore sono stati uccisi altri quattro peace-keeper del Sudafrica schierati in Congo, ha dichiarato l’esercito sudafricano: sale così a 13 il numero delle vittime tra le sue fila soltanto nell’ultima settimana.
RG 12.30 del 27.01.2025 Il servizio di Vera Pellandini
RSI Info 27.01.2025, 12:50
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Congo, scontri tra esercito e miliziani
SEIDISERA 28.01.2025, 18:00
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