Il bilancio dell'epidemia di coronavirus in Cina è salito a 1’113 morti. L'hanno fatto sapere le autorità sanitarie nazionali cinesi nel loro rapporto quotidiano. I nuovi decessi rispetto al giorno precedente sono 97 e le ulteriori persone risultate contagiate 1’638, per un totale di oltre 44'000.
A bordo della nave da crociera Diamond Princess, in quarantena ormai da nove giorni nel porto di Yokohama, in Giappone, sono state rilevate 39 nuove positività al morbo. Così, delle 3'700 persone a bordo tra passeggeri e equipaggio, i contaminati salgono a 175.
Sempre in Giappone mercoledì il Governo ha reso noto di aver esteso il divieto per i cittadini cinesi di entrare in Giappone a causa della diffusione sempre più preoccupante del Covid-19. Da giovedì anche i viaggiatori provenienti dalla provincia orientale dello Zhejiang non saranno autorizzati a entrare nella nazione del Sol Levante.
Intanto cresce in Cina la percentuale di pazienti che sono guariti dalla polmonite da nuovo coronavirus (COVID-19): dall'1,3% dello scorso 27 gennaio si è arrivati all'attuale 10,6%, secondo Mi Feng, funzionario della Commissione sanitaria cinese. Secondo Mi, il numero di nuovi casi della malattia oscilla, ma mostra una tendenza al ribasso ed è diminuito dal picco di 3'887 unità del 4 febbraio ai 2'015 di martedì 11. La Commissione evidenzia che al di fuori della provincia di Hubei, l'epicentro, i nuovi casi confermati di COVID-19 in Cina sono diminuiti per otto giorni consecutivi.
Le ripercussioni sull'economia svizzera
Stando all’Istituto di ricerca congiunturale del Politecnico di Zurigo (KOF), l’economia svizzera non dovrebbe subire grandi danni a causa del coronavirus. In queste condizioni le conseguenze per il PIL elvetico dovrebbero risultare inferiori allo 0,1%. L’impatto maggiore dovrebbero sentirlo il settore turistico e, in particolare, quello orologiero.
Hong Kong è infatti il maggior importatore di orologi Swiss made (12% del totale), ma nella situazione attuale l’acquisto di prodotti di lusso non è una priorità. Per quanto riguarda il turismo, invece, i cinesi garantiscono il 7% dei pernottamenti e il loro calo risulterà generalmente non molto problematico. Non però per Lucerna e Berna, dove la loro assenza si farà sentire maggiormente, in quanto sono le due regioni preferite di questi viaggiatori.