La Cina chiama, il Ticino... non può rispondere. La scorsa settimana il Governo cinese - per tramite della Camera di commercio Svizzera-Cina - ha formalmente chiesto la possibilità di ottenere l'invio del materiale sanitario di cui il paese asiatico ha urgentemente bisogno a causa del coronavirus.
Richiesta che tuttavia non può - per il momento - avere un seguito. E non può averlo, perché sul territorio cantonale non ci sono aziende produttrici degli articoli di cui la Cina - in piena emergenza per l'epidemia - ha specialmente bisogno. Vale a dire: mascherine filtranti (le cosiddette KN95) e chirurgiche; gli occhiali protettivi e le tute per il personale sanitario.
Alex Chung, responsabile ticinese della camera di commercio Svizzera-Cina, si sta muovendo per tentare di rispondere alle richieste di Pechino. Ma le aziende che fanno parte di Farma Industria Ticino, ad esempio, producono medicamenti e non articoli sanitari. Si stanno anche sondando quelle ditte che esportano il materiale di cui la Cina ha urgenza.
Francesca Torrani