Ticino e Grigioni

Un sostegno alle imprese di frontiera

I politici di tutti gli schieramenti rappresentati in Regione Lombardia hanno votato un documento per finanziare l’imprenditoria giovanile italiana e ticinese - Allo studio a Milano il reperimento di risorse

  • Ieri, 10:58
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Non di soli frontalieri vive il confine

RSI Info 05.04.2025, 13:30

  • Tipress
Di: sdr 

Una zona “cuscinetto” tra Ticino e Lombardia per rendere appetibile e competitiva l’area di frontiera per giovani imprenditori ticinesi e lombardi: Questa è in sostanza la proposta contenuta in un ordine del giorno votato all’unanimità dai politici di Regione Lombardia, maggioranza e opposizione, perché – come ha spiegato alla RSI il consigliere regionale comasco del Partito Democratico – uno dei proponenti di questo dossier – il confine è poi molto di più di problemi di mobilità o di effetti distorti a causa delle disparità di retribuzioni che sfociano talvolta anche nel dumping salariale. Lo stesso politico, dopo aver ricordato i temi di cooperazione che si stanno affrontando – non da ultimo il fronte compatto di Lombardia, Piemonte e Liguria per il completamento di Alptransit – ha sottolineato come sia necessario lavorare su altri capitoli di comune interesse in un periodo storico particolare. Posto, ha ribadito ancora, che non sarà possibile avere nessuna Zona Economica Speciale (ZES) tra i due Stati.

Un progetto che “scavalca” le frontiere

La premessa che fanno a Palazzo Lombardia è che il fenomeno del frontalierato in Ticino rappresenta un fatto economico e sociale di speciale rilevanza per i territori lombardi prossimi al confine – spiega Orsenigo - e ne caratterizza in modo peculiare gli scenari sotto il profilo delle opportunità occupazionali. La vicinanza con la Svizzera, tuttavia, “come abbiamo riportato nel documento, comporta anche alcuni squilibri sia in relazione al mercato del lavoro locale e alla differente attrattività del Ticino per i lavoratori, sia per ciò che riguarda le differenze tra i due sistemi economici e fiscali, italiano ed elvetico, che determinano difficoltà maggiori per la competitività delle imprese insediate nella fascia di confine rispetto alle aziende che prendono sede in Ticino”.

Da parte del Pirellone c’è la volontà di risolvere con reciproco vantaggio gli squilibri esistenti appunto non solo su temi che spesso sono anche causa di incomprensioni a cavallo del confine. Per questo motivo la Giunta regionale dovrà lavorare per intraprendere un’azione condivisa nel sostenere l’auto imprenditorialità giovanile, perché si possa favorire lo sviluppo di nuove imprese transfrontaliere “anche, in un primo tempo, spiega il politico comasco - tramite una misura sperimentale rivolta per la Lombardia alle province di confine. Questo lo si può fare individuando a tal fine, nell’ambito degli stanziamenti del bilancio regionale 2025-2027, le risorse opportune”.

Sostegno all’imprenditoria anche tramite progetti di cooperazione

Non solo, vi è la volontà anche di coinvolgere l’autorità di gestione del Programma di cooperazione transfrontaliera (Interreg VI-A) Italia-Svizzera 2021-2027 per verificare il possibile contributo del programma che coinvolge anche la Confederazione all’iniziativa. In questo modo è possibile che siano sostenuti anche giovani imprenditori svizzeri. Il suddetto Programma interessa un’area che si estende per 38’800 km2 su un’ampia sezione delle Alpi centro-occidentali e ricomprende per parte italiana le Province di Lecco, Como, Varese e Sondrio (Lombardia), le Province di Novara, Vercelli, Biella, Verbano Cusio-Ossola (Piemonte), la Provincia autonoma di Bolzano, la Regione autonoma Valle d’Aosta. Per parte Svizzera il Cantone del Ticino, il Cantone dei Grigioni, il Cantone Vallese. Così come ha votato il Parlamento lombardo, ricercare all’interno di questo programma internazionale la possibilità di sostenere l’imprenditoria giovanile transfrontaliera, recuperare risorse dal bilancio regionale, sono i prossimi passi da intraprendere a breve.

Intanto a Roma proseguono i lavori per trovare la maniera di sostenere le aziende che già insistono sul territorio di confine per parte italiana, per detassare in qualche modo o sostenere chi assume in modo che si possa bloccare almeno in parte il depauperamento delle imprese che formano giovani professionisti per poi vederli partire a lavorare in Svizzera. Lo stipendio attrae ma rimane da capire quanto le attuali regole fiscali per “i nuovi frontalieri” rendano ancora così appetibile cercare occupazione in Ticino, Grigioni o Vallese. C’è attesa anche in Italia per i dati settoriali che fornirà l’Ufficio di statistica, per capire se il nuovo regime di tassazione potrà davvero rappresentare un freno a varesotti e comaschi in cerca di lavoro.

10:21

Calano i frontalieri

Il Quotidiano 28.03.2025, 19:00

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