Ticino e Grigioni

GastroTicino: “Arrivano meno candidature dall’Italia”

Il recente calo dei frontalieri trova conferma anche nel settore della ristorazione - Il presidente Massimo Suter: “Chi lavora più lontano dal confine è meno propenso a lavorare in Ticino”

  • 19 febbraio, 16:01
  • Ieri, 09:32
Sembra calare l'interesse dei frontalieri per il lavoro nella ristorazione in Ticino.jpg

Sembra calare l'interesse dei frontalieri per il lavoro nella ristorazione in Ticino

  • Keystone
Di: ATS/Spi 

A un anno e mezzo dall’entrata in vigore del nuovo accordo sull’imposizione fiscale dei frontalieri, l’associazione della ristorazione GastroTicino, contattata da Keystone-ATS, ha dichiarato di aver riscontrato un calo delle candidature provenienti dal Nord Italia. In particolare, i lavoratori ben qualificati sono meno interessati a un lavoro in Ticino. Il dato appare in linea con la diminuzione dei lavoratori da oltre confine (scesi dell’1,1% a 78’683 unità) segnalata martedì dall’Ufficio federale di statistica.

Da un lato, spiegano nel settore, ciò potrebbe dipendere dal nuovo accordo fiscale con l’Italia, in vigore dal luglio 2023. Secondo le stime dei sindacati ticinesi, i frontalieri dovranno pagare tra il 10 e il 30% di tasse in più, a seconda del loro reddito.

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D’altra parte, i sindacati in Italia si sono battuti con successo per una migliore situazione lavorativa, afferma il presidente di GastroTicino, Massimo Suter: “Le persone che vivono un po’ più lontano dal confine sono quindi meno propense a venire in Ticino per lavorare”.

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