Il periodo natalizio, uno dei momenti dell’anno più attesi anche tra i ristoratori, sembra aver dato soddisfazione a molti nel settore. Un bilancio positivo arriva da Roberto Balemi, che ha un ristorante a Losone, e da Luca Serra, che ne ha uno a Mendrisio. Ai microfoni della RSI il primo riferisce di un pranzo di Natale con pienone, mentre per il secondo c’è stato qualcosa in più rispetto agli scorsi anni. Risultati che permettono, in parte, di recuperare quanto perso d’estate con il maltempo.
Meno entusiasta è però Massimo Suter, che ha un ristorante a Morcote ma soprattutto è presidente di GastroTicino: “Bilancio in chiaroscuro, un po’ come tutti gli anni”, dice interpellato dal SEIDISERA, indicando in particolare la “concorrenza”, non sempre gradita, dei mercatini organizzati nelle piazze dei principali centri ticinesi. “Erodono un po’ il potenziale di clientela che va nei ristoranti. Le periferie delle città vengono svuotate da queste manifestazioni. Lo si nota anche con le cene aziendali che vengono svolte in piazza piuttosto che nei ristoranti”.
All’orizzonte, nel 2025 a livello svizzero, si profila invece la ripresa dei negoziati con i sindacati per un contratto collettivo di lavoro. Volontà, questa, espressa poche settimane fa dal nuovo presidente di GastroSuisse Beat Imhof. Negoziare un contratto collettivo di lavoro dopo 5 anni di stallo - questo quanto sostiene Imhof - per garantire stabilità al settore, migliorarne l’attrattività ed evitare l’attuale situazione che - stando al nuovo presidente di GastroSuisse - è negativa per l’immagine della categoria.
Posizione questa, che non trova completamente d’accordo Massimo Suter, fino a pochi mesi fa vicepresidente di GastroSuisse e candidato lui stesso alla presidenza. “Non è sicuramente un CCL che rende più o meno attrattivo un settore. Sono convinto che l’attuale sia un contratto collettivo interessante. Con il cambio di presidenza vi è stata una sterzata più verso il sociale. Discutere non è un errore, concedere troppo potrebbe esserlo”.
Da parte sua il sindacalista dell’OCST Marco Pellegrini mette il dito nella piaga della carenza di personale. “Aumentare i salari è una delle soluzioni, a mio modo di vedere. Ma anche quella delle quattro giornate lavorative è una proposta che sta guadagnando sempre più attenzione. Sicuramente saranno delle trattative in salita”. Anche Pellegrini ritiene che la ristorazione nel 2024 abbia registrato un discreto periodo, con una gestione più efficiente grazie alla destagionalizzazione: “I lavoratori stagionali hanno beneficiato di contratti più lunghi di circa un mese rispetto alla media degli anni passati. Ciò ha ridotto il turn over e ha reso il settore timidamente più attraente”.