Ticino e Grigioni

“Noi gerenti puniti dal maltempo e dai rincari”

Due storie di ordinaria ristorazione dal Mendrisiotto dove “il turismo è a zero” in questo “annus terribilis” - Ma c’è chi reagisce con filosofia: “Il buon lavoro negli anni paga”

  • Ieri, 19:39
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Ristorazione in crisi nel Mendrisiotto

SEIDISERA 24.07.2024, 18:17

  • Tipress
Di: SEIDISERA/Ierace/RSI Info

“Tutto a posto non ci lamentiamo”, risponde il “Mamo”, al secolo Flavio Quadranti, titolare del San Martino, uno dei quattro grotti alle Cantine di Mendrisio, oltre che presidente di GastroMendrisiotto. Ma le sue parole rientrano nell’abituale cordialità. In realtà le cose vanno piuttosto male e la sua storia di ordinaria ristorazione conferma le difficoltà portate alla luce una settimana fa da GastroTicino in un comunicato dai toni drammatici.

Il piatto in effetti piange davvero e la cifra d’affari, dice il gerente, “è sul 40% in meno. Fino a dicembre-gennaio abbiamo lavorato davvero bene, senza segnali che si stava preparando una crisi abbastanza importante”. Alla base delle attuali difficoltà c’è il maltempo di fine primavera-inizio estate, ma non solo: “Il Mendrisiotto è particolarmente toccato. Innanzitutto perché il turismo era già limitatissimo prima e ora è prossimo allo zero. In secondo luogo dobbiamo fare i conti con ‘diciassette’ dogane a un km di distanza e, terzo, si comincia a sentire il peso sul portafogli per tutti gli aumenti che ci sono stati. A me il rincaro, in sola elettricità, è costato 200 franchi in più al mese”. Soldi in meno per gli esercenti, ma anche denaro in meno per i clienti: “Chiaramente uno preferisce magari uscire una volta in meno e tenere i soldi per le vacanze. Nella lista delle priorità la prima cosa che spesso salta, o viene limitata, è la cena al ristorante”, osserva il “Mamo”.

Scelte che si fanno sentire sui bilanci dei ristoratori, e qualcuno - a conti fatti - si rende conto di non potere più andare avanti. Negli ultimi mesi, solo nel Mendrisiotto, sono due quelli che hanno chiuso i battenti, uno a Riva San Vitale e un altro a Chiasso.

Ma c’è anche chi non si fa scoraggiare. Come Riccardo Foti che da qualche mese ha preso in gestione l’Alpe Caviano, nel cuore del Monte Generoso. “Siamo partiti bene, perché chiaramente c’era tanta curiosità e interesse per la struttura - racconta il gerente -. L’albergo fa un po’ più fatica, ma per noi, come prima stagione, è difficile fare un bilancio perché non abbiamo uno storico alle spalle. Facendo questo lavoro da 15 anni posso però dire che siamo molto meteo-dipendenti. Un anno su cinque di solito è un ‘annus terribilis’, poi ce n’è uno fantastico e gli altri tre sono nella media”. E questo 2024 lo possiamo già catalogare come “terribile”.

“Il maltempo ha influito parecchio - conferma Foti -. Il turista oltralpe vedeva la situazione e non gli si può dare torto se non si è spostato. Ci sono ancora due-tre mesi davanti a noi e speriamo di recuperare , ma il grosso della stagione è compromesso. Però non dipende dal fatto che bisogna rinnovarsi e inventare qualcosa di nuovo. Come esercenti e gestori di capanne, lidi o altre strutture, dobbiamo continuare a offrire un buon servizio e fare un buon lavoro. Questa filosofia nel corso degli anni paga”.

Nubi nere sulla ristorazione

Il Quotidiano 17.07.2024, 19:00

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