Continua il braccio di ferro legale fra Polonia e Commissione europea sulle controverse riforme della magistratura, avviate tre anni or sono dal governo nazionalista di Varsavia. Mercoledì un'ordinanza della Corte di Giustizia dell'Unione europea ha intimato alla Polonia di sospendere subito l'attività della Camera disciplinare, istituita per controllare i giudici.
"I motivi fatti valere dalla Commissione UE", che aveva chiesto misure ad interim a tutela dei togati, giustificano la sospensione provvisoria della Camera, "la cui mancanza di indipendenza e di imparzialità, ad un primo esame, non possono essere escluse, fino al pronunciamento di una sentenza definitiva", scrive la Corte.
A gennaio la Commissione europea si era rivolta alla Corte di giustizia dell'UE chiedendo di imporre misure ad interim al governo di Varsavia, con la sospensione del funzionamento della Camera disciplinare della Corte suprema per i giudici, perché - a suo avviso - le norme non garantiscono né l'indipendenza né l'imparzialità della Camera, composta da giudici scelti dal consiglio nazionale, di cui 15 eletti dal Parlamento polacco.
Polemiche per le presidenziali confermate a maggio nonostante il coronavirus
Intanto montano le polemiche per la decisione del Parlamento polacco che martedì ha dato il via libera per garantire che le elezioni presidenziali previste per maggio si tengano regolarmente, nonostante l'epidemia da coronavirus. Lo riferisce la BBC. Il voto avverrà esclusivamente per posta. Non ci saranno dunque seggi elettorali fisici: ogni cittadino lascerà il proprio voto in apposite caselle postali nella propria zona, che saranno poi inviate per il conteggio. Le opposizioni sostengono che, con questa modalità, non sia più garantita la segretezza e personalità del voto e sottolineano che il direttore delle Poste è stato sostituito, pochi giorni fa, dall'ex vice-ministro della Difesa, Tomasz Zdzikot.