“Nulla sarà più come prima”. Ha scelto queste parole il capo di Stato turco Erdogan quando ha parlato per la prima volta pubblicamente del coronavirus. È il 18 marzo e le misure prese dal governo riguardano la chiusura di scuole, università, bar e ristoranti. Sono stati interrotti i collegamenti aerei con alcuni paesi e il presidente turco ha invitato a non uscire di casa più del necessario.
Il primo caso di coronavirus in Turchia è stato dichiarato l’11 marzo. Dopo tre settimane i morti saranno più di 300 e i pazienti oltre 15mila. Le strade di Istanbul nel frattempo si sono quasi completamente svuotate, l’utenza dei mezzi pubblici è diminuita del 90% e il silenzio che regna nella megalopoli sul Bosforo assume tratti irreali per una città da 15 milioni di persone abituata a non riposare mai, viva a qualsiasi ora del giorno e della notte.
A differenza di molti paesi europei, in Turchia non è stato comunque dichiarato alcun “lockdown” e il presidente turco ha assicurato che “la produzione industriale non si fermerà”. La chiusura totale sul modello italiano è invece richiesta a gran voce dalle opposizioni. L’emergenza non concilia le parti politiche e il coronavirus è diventata l’ennesima occasione per alzare muri in un paese già fortemente polarizzato. I partiti di opposizione hanno contestato anche la campagna di raccolta fondi, tramite donazioni volontarie, lanciata da Erdogan per fronteggiare la crisi. Il presidente è stato il primo a dare l’esempio donando 7 mesi del suo salario ma l’opposizione si chiede polemicamente cosa ne è stato delle tasse già versate dai cittadini visto che ora vengono chiesti soldi ulteriormente dalle loro tasche.
“Supereremo la crisi perché siamo preparati meglio degli altri paesi”, aveva sostenuto il presidente turco qualche settimana fa aggiungendo che il paese ne uscirà anzi rafforzato. Oggi, molti abitanti di Istanbul si chiedono come faranno a pagare l’affitto visto che non lavorano più, seppur con un andamento lento i casi e i decessi per coronavirus aumentano giorno per giorno e nel frattempo la lira turca ha perso notevolmente valore rispetto ad euro e dollaro.
Filippo Cicciù