Sono 465 le pagine che compongono il dossier in cui viene rivelato che le forze armate australiane hanno ucciso almeno 39 civili afgani al di fuori del conflitto armato tra il 2005 e il 2016.
Un documento che ha spinto il più alto responsabile militare del paese, Angus Campbell, a fare le sue scuse ufficiali a Kabul: "Alcuni soldati hanno palesemente ignorato la legge, inventato storie e detto bugie, infrangendo qualsiasi regola". In totale sono 25 gli uomini che devono rispondere di queste gravi accuse, in 23 distinti casi.
Nell’inchiesta dell’Ispettore generale delle forze di difesa australiane emerge inoltre che ad alcuni militi è stato ordinato di sparare ai prigionieri, pratica conosciuta con il nome "blooding", un’iniziazione all’uccisione. Inoltre, è stato appurato che tutte queste violenze non possono essere imputate al clima di tensione, i casi citati rientrano sotto il capitolo di crimini di guerra.
Un paese martoriato
Dopo gli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001 negli Stati Uniti, oltre 26'000 soldati australiani sono stati inviati in Afghanistan per sostenere le truppe americane contro i talebani, al Qaida e altri gruppi estremisti. Hanno poi lasciato il paese nel 2013.
Australia, soldati sotto accusa
Telegiornale 19.11.2020, 21:00