Le due principali entità del Movimento della Croce Rossa hanno unito le forze per chiedere ai Governi di evitare le carestie a breve e lungo termine. "Chiediamo agli Stati membri di agire subito", ha dichiarato martedì il presidente della Federazione Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa (IFRC), Francesco Rocca. Molte persone possono essere salvate, anche se la situazione è destinata a peggiorare nel 2023.
Il clima, il conflitto ucraino e l'aumento dei prezzi dei prodotti alimentari sono le ragioni principali.
Tuttavia, il problema esisteva già prima "della guerra in Ucraina", afferma il presidente del Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) Peter Maurer, pochi giorni prima di lasciare la guida dell'organizzazione dopo dieci anni. La guerra in Ucraina "non fa che complicare il problema", ha dichiarato Maurer, che vuole accelerare le esportazioni di cereali.
Rischio di carestia
Il conflitto ha solo "complicato" ed "esacerbato" il problema. Mentre la Russia non è contenta e suggerisce di mettere in discussione l'accordo per l'esportazione di grano dall'Ucraina, Maurer vuole che "coloro che hanno negoziato questo accordo" decidano di "renderlo sostenibile". Il ritmo delle esportazioni deve essere "accelerato", ha aggiunto.
"La fame è in aumento e milioni di persone sono a rischio", ha dichiarato Rocca, in vista dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Nell'Africa subsahariana, un terzo dei bambini sotto i cinque anni subisce gli effetti della carenza di cibo. Nel Corno d'Africa, che rischia la carestia, "dobbiamo porre fine una volta per tutte" alla crisi alimentare "che non è la prima", ha detto Rocca.
Se in Somalia verrà dichiarata la carestia, "sappiamo che sarà già troppo tardi", ha detto il presidente del CICR Maurer. Decine di migliaia di persone saranno morte. "Stiamo assistendo a una catastrofe umanitaria", ha detto Rocca, aggiungendo che sta provocando una crisi sanitaria, migratoria e di altro tipo.
"Abbiamo bisogno di un'azione urgente e concreta". Il presidente della IFRC Rocca ha ricordato che la sua organizzazione e le sue società nazionali stanno cercando di guidare la loro risposta anticipando i problemi attraverso le indicazioni meteorologiche. La carestia è un problema "lento", ha osservato Rocca. Nei Paesi in conflitto, le famiglie sono spesso costrette a fuggire prima del raccolto. Gli aggressori saccheggiano i raccolti.
"Abbiamo bisogno di un approccio sistemico a lungo termine che tenga conto delle sfide politiche, economiche e sociali", ha dichiarato il presidente del CICR Maurer. Dobbiamo passare dall'emergenza all'investimento negli Stati fragili con una collaborazione che "non conosciamo ancora", ha aggiunto Maurer, che si è detto anche un po' più ottimista per una tregua nello Yemen, a patto che le parti facciano la loro parte. Il CICR e la FICR, con le loro società nazionali, sono nella posizione migliore per rispondere", ha dichiarato.
Il Corno d'Africa e le conseguenze del cambiamento climatico
SEIDISERA 13.09.2022, 20:26
Maurer: "La tradizione da sola non basta più"
A poche settimane dalla sua partenza, il presidente del CICR Maurer ha stilato un bilancio dei dieci anni a capo dell'organizzazione, che alla sua guida è diventata sempre più professionale: "La tradizione del CICR non basta più per avere sostegno", osserva. "Se fossimo rimasti nella cultura delle ONG, i donatori avrebbero smesso di finanziarci", afferma Maurer dalle pagine dell'edizione odierna di Le Temps. "Poiché siamo in debito con loro, abbiamo dovuto professionalizzare la gestione delle nostre risorse", ha aggiunto. Per ottenere il sostegno, il CICR deve quindi "meritarselo", poiché la tradizione propria all'organizzazione non basta più.
Tra i cambiamenti avviati da Peter Maurer c'è stato un riavvicinamento al settore privato. Una strategia che non è stata sostenuta all'unanimità. La sua nomina nel consiglio di fondazione del World Economic Forum (WEF) nel 2014, ad esempio, ha suscitato critiche, con alcuni che temevano una perdita di credibilità sul terreno. "Si trattava di collegare il CICR a discussioni che gli avrebbero permesso di capire meglio il mondo", si difende il bernese. "Non ho mai partecipato agli eventi e al consiglio di amministrazione da una prospettiva particolarmente operativa".
"Mondo polarizzato"
Per quanto riguarda l'immagine che l'organizzazione trasmette all'opinione pubblica, Maurer spiega che i fondamenti chiave del CICR, ossia neutralità e riservatezza, "non convengono a molte persone in un mondo sempre più polarizzato, in cui si comunica sempre di più". Ma questo problema è ciclico, precisa: "La comprensione della neutralità è fortemente legata alla valutazione di un conflitto. E i principi umanitari di neutralità e riservatezza sono contro-instintivi".
Maurer si dice "abbastanza soddisfatto" della sua carriera al CICR, ma si rammarica comunque di non poter cambiare gli "errori di calcolo" di alcuni leader. "Pensano sempre di riuscire a porre fine alle guerre molto rapidamente. Ma un conflitto dura 25 anni. E ciò non li ha mai dissuasi", rileva.
Il presidente del CICR lascerà il suo incarico alla fine del mese per assumere dal primo di ottobre la presidenza del Basel Institute of Governance, un'organizzazione internazionale senza fini di lucro dedicata alla lotta alla corruzione e ad altri crimini finanziari nonché al rafforzamento della buona gestione di Governo in tutto il mondo. Maurer è stato inoltre eletto nel consiglio di amministrazione dell'assicuratore Zurich. Continuerà poi i suoi incarichi per il Forum economico mondiale (WEF).