La Commissione europea ha presentato oggi un pacchetto di misure per alleviare l’impatto economico della pandemia di coronavirus. Nonostante non siano i corona-bond che Italia e Spagna chiedono a gran voce, a cui si oppongono invece altri Stati come l’Olanda, questi aiuti sono un passo deciso verso una messa in comune delle risorse.
La forma prevista è quella di un prestito da 100 miliardi di euro di cui Bruxelles si farebbe carico, elargendo poi a sua volta dei prestiti agli Stati che ne farebbero richiesta, permettendo a questi ultimi di pagare interessi inferiori, scongiurando il rischio di un eccessivo indebitamento di Paesi che navigano già in cattive acque.
Questi prestiti hanno l'obiettivo di finanziare e rafforzare i meccanismi di sostegno economico (e crearli dove invece non esistono), come la cassa integrazione o il lavoro ridotto, che permettono alle aziende di lasciare a casa i dipendenti senza che essi perdano lo stipendio. La Commissione ha inoltre sospeso molti dei vincoli legati all’impiego dei fondi strutturali, i quali vanno solitamente alle regioni più povere, permettendo così a regioni più ricche di potervi accedere più facilmente.
L'obiettivo di questi schemi è anche quello di contrastare l’ondata di scetticismo e frustrazione che si è diffusa dopo il nulla di fatto della scorsa settimana al vertice europeo. Il sistema verrà avviato solamente quando tutti gli Stati avranno messo sul tavolo complessivamente almeno 25 miliardi di euro di garanzie.