Una 15enne si è presentata in un villaggio del nord del Camerun, a Limani, con l'intenzione di compiere un attentato suicida, salvo poi arrendersi prima di innescare la carica esplosiva che indossava. Alle autorità ha detto di essere una delle 276 studentesse cristiane rapite dai miliziani jihadisti di Boko Haram a Chibok, in Nigeria, quasi due anni fa.
Il fatto è stato riferito oggi, sabato, dalle autorità locali. Se le parole della ragazza venissero confermate, si tratterebbe della prima notizia delle giovani nigeriane da molti mesi e della loro "conversione forzata" alla causa jihadista. "Era stanca, malnutrita e non sapeva dare dettagli sulla sua permanenza nella foresta, né su come lei e le altre prigioniere siano state trattate", hanno riferito le forze dell'ordine, le quali hanno precisato che insieme alla giovane c'erano altre due kamikaze: una è stata fermata, mentre l'altra è riuscita a fuggire.
A Chibok uno dei leader della comunità del posto ha affermato che l'età dell'adolescente potrebbe corrispondere a quella che all'epoca era una delle più giovani tra le 276 ragazze rapite da una scuola il 15 aprile 2014 e di cui ancora oggi di oltre duecento di loro non si ha più notizia.
ATS/px