“L’ultima volta che ho ballato al Teatro di Kiev era il 18 febbraio con il Lago dei cigni di Tchaikovskij. Il 24 mattina, a Kiev hanno suonato le sirene antiaeree. Quel giorno era previsto un altro spettacolo che è stato ovviamente annullato”. Andrii Gavryshkiv è un solista dell’Opera nazionale ucraina. Ci risponde da una città dell’ovest del Paese dove ha trovato rifugio con la sua famiglia. Parla a bassa voce perché – ci spiega – anche lì sono scattati gli allarmi antiaerei.
"Come va la mia vita adesso? Quando sento una sirena vado a nascondermi come altri nei rifugi antiaerei. E quando non ci sono le sirene, aiutiamo la nostra Patria come possiamo". Nel giorno in cui sarebbe dovuto tornare sul palco, è scoppiata la guerra. Come lui, altri ballerini dell’Opera ucraina sono dovuti fuggire dalla capitale dopo i primi bombardamenti dell'esercito russo e non sanno se e quando potranno tornare a ballare.
"L’ultima volta che ho fatto uno spettacolo era il 22 febbraio a un evento di uno scrittore ucraino. Dove potremo lavorare tutti noi in futuro? Con una situazione così grave, non lo sappiamo", spiega Daniil Silkin, ballerino dell'Opera nazionale che ha danzato nei teatri di mezzo mondo, Svizzera compresa. Per motivi di sicurezza, preferisce non dire in quale località dell'Ucraina si trova in questo momento.
Oleksii Potiomkin durante un addestramento prima dello scoppio del conflitto
A Kiev invece è rimasto Oleksii Potiomkin. Le sue foto che lo ritraggono in abiti militari (scattate prima della guerra) accostate a quelle in cui danza sulle punte stanno facendo il giro internet. "Non sono affatto un eroe, sono rimasto molto sorpreso quando ho visto che qualcuno mi chiamava così", ci tiene a precisare. "Faccio semplicemente quello che posso e vado dove c'è bisogno di me, di pattugliare, di rendersi utili", dice. Una settimana fa, in Ucraina è scattata la mobilitazione generale di tutti gli uomini di età compresa fa i 18 e i 60 anni. Solo le donne possono lasciare il Paese.
Potiomkin racconta di bombardamenti, di case distrutte, e come altri civili lancia un appello affinché venga creata una no flight zone sul suo Paese: "Tutto questo fa molta paura. Spero che tornerò sul palcoscenico. Ora pensiamo a come vivere un giorno in più".
Andrii Gavryshkiv dice di aver ricevuto dei contatti da alcuni teatri di altri Paesi, ma spera di poter restare: "Vorrei continuare a lavorare in Ucraina e spero che i nostri teatri non cadano sotto le bombe, ma vedo che (i russi, ndr) stanno devastando tutto. Non riesco ancora a capire come questo possa capitare nel XXI secolo. Però io voglio rimanere qui, e mi auguro che tutto questo possa finire presto”.
Elena Boromeo
(Si ringraziano Tatyana Gianoni e Inna Campioni-Kovalenko per la traduzione)