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Damasco il giorno dopo la caduta del regime

Secondo Andrea Nicastro, inviato del Corriere della Sera, la capitale siriana non è stata teatro di saccheggi e violenze, ma preoccupa il destino di tanti prigionieri bloccati nelle carceri di Assad

  • 9 dicembre 2024, 14:08
  • 9 dicembre 2024, 15:03
02:49

RG 12.30 del 09.12.2024 L’intervista ad Andrea Nicastro

RSI Info 09.12.2024, 14:07

Di: Radiogiornale/EnCa 

Il giorno dopo la caduta del regime della famiglia Assad, al potere in Siria dal 1971, continuano i bombardamenti dell’aviazione di Israele nel sud del Paese e in alcune aree attorno a Damasco. Intanto, la difesa civile siriana è impegnata a fondo nel tentativo di liberare decine di migliaia di prigionieri politici.

Nella capitale siriana si lavora alacremente nei cunicoli della famigerata prigione di Seydnaya per tentare di liberare le migliaia di persone chiuse nelle celle del carcere per le quali non c’è modo di aprire i complessi sistemi di chiusura. Sulla situazione in Siria il Radiogiornale della RSI ha parlato con Andrea Nicastro, inviato del Corriere della Sera a Damasco.

In merito a cosa il giornalista italiano ha potuto osservare, Nicastro ha spiegato di non aver visto saccheggi generalizzati: “No, ho visto una città che festeggiava con una quantità di colpi di Kalashnikov sparati in aria tale da svuotare interi arsenali. E saccheggi sono sì avvenuti, ma al confine, negli uffici doganali, come pure al palazzo presidenziale e, ovviamente nella reggia degli Assad e nelle altre residenze faraoniche dei familiari. Ma le case private, i supermarket, i musei che a Baghdad sotto gli americani furono saccheggiati, così come a Raqqa e Palmira furono depredati dallo Stato islamico, qui fortunatamente sono rimasti integri”.

In merito al clima di sicurezza o insicurezza per le strade della capitale siriana, Andrea Nicastro afferma che “gli abitanti, i quali domenica sono rimasti in gran parte chiusi nelle loro case, stanno aspettando i fatti. Fatti che per il momento sono positivi, in quanto al-Jolani ha mantenuto la parola e non ha permesso vendette né nei confronti delle minoranze, né nei confronti degli stessi funzionari del regime”. Secondo il giornalista del Corriere della Sera, “non i familiari di Assad ma i funzionari del regime sono stati salvati da questa epurazione, tant’è vero che lo stesso premier è rimasto in carica. Il che evidenzia quanto la transizione vuole essere ordinata. Poi, da qui ad avere un clima sicuro, ce ne passa”.

In merito alla situazione nelle carceri, Andrea Nicastro spiega: “Pare che prima di andar via i carcerieri abbiano bloccato elettronicamente una gran parte dei sotterranei, chiudendo pure le condutture dell’aria, oltre che le porte, cosicché i ribelli stanno cercando addirittura di contattare l’azienda tedesca che aveva costruito questi sistemi di sicurezza, per vedere come bypassarli e quindi liberare i prigionieri, anche se non si sa chi ci sta dentro”. Nicastro sottolinea in proposito che “ieri, quando sono arrivato, ho incontrato persone che erano state rilasciate dalle carceri politiche del regime ed era gente totalmente smarrita, come se fosse suscita da un isolamento totale di anni, a volte di decenni. C’è stato un prigioniero che credeva che le truppe presenti in città fossero quelle di Saddam Hussein, per cui non sapeva che Saddam aveva perso il potere nel 2003”.

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Incertezza in Siria, al-Assad a Mosca

Telegiornale 09.12.2024, 12:30

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